Perché Mattarella ha puntato su un esecutivo tecnico e non sul voto

La decisione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di convocare al Quirinale Mario Draghi ha una motivazione politica precisa.

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Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, e Mario Draghi, presidente del Consiglio incaricato. Credit: Archivio Meteoweek

L’impegno nella lotta contro il coronavirus, la campagna di vaccinazione, il piano per il Recovery Fund, la ripresa del lavoro. Ma soprattutto, il tempo. La necessità di agire in fretta per rimediare alla crisi sanitaria, economica e sociale in corso in Italia. Sono questi i motivi che hanno spinto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a puntare su un esecutivo tecnico “di alto profilo” per risolvere la crisi di governo. Il capo del Quirinale mercoledì 3 febbraio ha convocato al Colle Mario Draghi, che ha accettato l’incarico con riserva. L’ex numero uno della Banca Centrale Europea (Bce) ha iniziato le consultazioni per capire se riuscirà a ottenere la maggioranza in Parlamento. Se non dovesse raggiungerla, resterebbe l’ipotesi delle elezioni anticipate. L’opzione scartata da Mattarella per il fattore tempo. Ma cosa vuol dire?

Perché Mattarella ha puntato su un esecutivo tecnico e non sul voto

Le motivazioni della sua decisione, il capo dello Stato, le ha espresse in un discorso tenuto nella serata del 2 febbraio. E per quanto riguarda il percorso per arrivare alle urne, richiederebbe troppo tempo. Mattarella ha infatti ricordato che l’ultima volta – vale a dire nel 2018 – dal momento dello scioglimento delle Camere alla formazione del nuovo governo sono trascorsi 5 mesi. Questo perché dopo lo scioglimento delle Camere occorre fornire ai partiti 60 giorni per la campagna elettorale e, dopo il voto, garantire “poco meno di venti giorni per proclamare gli eletti e riunire le nuove Camere”. Poi bisogna consentire la formazione di un governo, che deve poi a sua volta ottenere la fiducia in Aula. “Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un governo senza pienezza di funzioni per mesi cruciali, decisivi, per la lotta alla pandemia, per utilizzare i finanziamenti europei e per far fronte ai gravi problemi sociali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte concrete e rapide ai loro problemi quotidiani, ha detto il numero uno del Quirinale.

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La lotta contro il coronavirus e la campagna di vaccinazione

Durante il suo discorso Mattarella ha sottolineato come la scelta delle elezioni anticipate, in quanto “esercizio di democrazia”, andasse “attentamente considerata”. E alla fine ha elencato i motivi, oltre al fattore tempo, per cui ha “avvertito il dovere di rivolgere alle forze politiche un appello per un governo di alto profilo” per far fronte “con tempestività alle gravi emergenze in corso e non rinviabili. Tra queste, l’emergenza iniziata ufficialmente il 31 gennaio 2020, oltre un anno fa, quando il governo giallorosso dichiarò lo stato di emergenza in Italia. A questo punto siamo a un momento cruciale della pandemia, e per questo non bisogna perdere di vista gli obiettivi reali del Paese. Il primo è la lotta contro il coronavirus. E la lotta al Sars-CoV-2 richiede, secondo il capo dello Stato, l’azione di un governo nel pieno delle sue funzioni. La stessa cosa “vale per lo sviluppo decisivo della campagna di vaccinazione, da condurre in stretto coordinamento tra lo Stato e le Regioni”.

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Il piano per il Recovery Fund e la ripresa del lavoro

La risoluzione della crisi sanitaria è tanto importante quanto il rilancio dell’economia e del lavoro. O almeno, dovrà esserlo nei prossimi mesi cruciali e nei prossimi anni. Il capo dello Stato, infatti, ha anche ricordato che entro aprile va presentato il Piano Italia per ottenere i fondi europei del Recovery Fund. Oltre 200 miliardi fondamentali per la ripresa del Paese. “È auspicabile che la presentazione del piano avvenga anche prima, perché quegli indispensabili finanziamenti vengano impegnati presto, e prima si presenta il piano, più tempo si ha per il confronto con la Commissione”, ha detto Mattarella. E ha aggiunto che quei fondi vanno poi usati, e un governo ad attività ridotta non potrebbe farlo”. Infine ha concluso: “E non possiamo mancare questa occasione fondamentale per il nostro futuro. Tra gli innumerevoli motivi per cui è urgente mettere una toppa sulla crisi economica italiana, c’è la scadenza del blocco dei licenziamenti. Il presidente della Repubblica ha ricordato che “a fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti e questa scadenza richiede decisioni e provvedimenti di tutela sociale adeguati e tempestivi, molto difficili da assumere da parte di un governo senza pienezza di funzioni, in piena campagna elettorale”.

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