Un nuovo caso di pedofilia e abusi sessuali travolte la diocesi di Colonia: si parla di quasi 45 anni di abusi e di centinaia di vittime
Un nuovo scandalo riguardante alcuni preti pedofili travolge la Germania e le gerarchie della chiesa cattolica.
Pedofili in chiesa
Si stanno moltiplicando le pressioni sul cardinale di Colonia perché rassegni le dimissioni. Ma soprattutto perché collabori con le indagini che stanno cercando di fare luce su episodi inquietanti che potrebbero portare a numerosi abusi sessuali avvenuti nella diocesi, una delle più importanti di tutto il paese.
Il cardinale di Colonia si chiama Rainer Maria Woelki e fino a oggi si è mantenuto assolutamente molto rigido sulle sue posizioni senza rivelare i responsabili di quello che è uno degli scandali sessuali più clamorosi e devastanti nella storia recente della Germania. Woelki era già stato richiamato dai suoi superiori: da tempo la chiesa tedesca è impegnata in un percorso legato alla trasparenza nella gestione dei casi di abusi. Ma il cardinale Woelki non collabora.
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Centinaia di vittime
I fatti riguardano un periodo lunghissimo, quasi 45 anni, dal 1975 al 2018. In una delle diocesi più attive e popolose del paese. I giornali che hanno condotto l’inchiesta parlano di “colpe imperdonabili” e di “danni sociali incalcolabili”. Si sa per certo che la diocesi sia informata sia delle vittime che dei responsabili e che esista un elenco dettagliato a riguardo. La prassi, quando un prete veniva denunciato per pedofilia o abusi sessuali, era quello di trasferirlo a qualche altra parrocchia. Anche se inevitabilmente il reato veniva reiterato nel tempo in zone sempre diverse.
Il consiglio della diocesi di Colonia ha pesantemente criticato Woelki, dicendo che ha “completamente fallito nel suo ruolo di autorità morale”.
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Colonia devastata dalla pedofilia in chiesa
“Ci troviamo nella più grande crisi che la Chiesa abbia mai vissuto – ha detto Tim Kurzbach, capo del consiglio della diocesi di Colonia, in una nota – i responsabili devono finalmente assumersi anche la responsabilità. Abbiamo bisogno di chiarezza ora. Altrimenti, non abbiamo alcuna possibilità di uscire da questa miseria”.
Il consiglio avrebbe tenuto informato nel corso della lunga inchiesta gli uffici vaticani. Ma non si fidano: “Non possiamo aspettare che Roma decida o che un esperto legale dica cosa è successo…”