Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a Mezz’ora in più su RaiTre cerca di blindare il nome dell’attuale ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: “Credo che alcune persone del governo debbano essere mantenute, faccio riferimento al ministro dell’Economia“. Un endorsement chiaro, che si inserisce nel solco di una crisi di governo nella quale andranno inevitabilmente rivisti patto di legislatura e squadra di governo.
Le consultazioni con il presidente della Camera Roberto Fico proseguono. Le diverse forze politiche appartenenti alla maggioranza del Conte II e i nuovi responsabili (Autonomie, Maie-Centro democratico-Europeisti, e minoranze linguistiche) ribadiscono quanto affermato fino ad ora. Italia viva, al centro delle trattative, dice di non voler fare nomi né porre veti. Al momento, ribadiscono dal partito, lo scopo degli incontri è definire un patto legislativo preciso e definito. Alle persone ci si penserà dopo. La pensano diversamente, però, Bruno Tabacci (Centro-democratico) e Loredana De Pretis (LeU), che invece ribadiscono l’esigenza di creare un patto legislativo proprio a partire da una figura garante: Giuseppe Conte. Insomma, mentre le varie forze politiche cercano di tirare acqua al loro mulino, mentre alcuni pensano prima ai nomi e altri riferiscono di no, si alzano le prime voci preoccupate da un qualche cambiamento, soprattutto nella squadra di governo. Tra queste, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che a Mezz’ora in più su RaiTre afferma: “Credo che alcune persone del governo debbano essere mantenute, faccio riferimento al ministro dell’Economia“.
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Bonomi: “Gualtieri è una riserva della Repubblica”
Un giudizio sia di metodo che di merito. Innanzitutto “non ci possiamo permettere cambianti in corsa, serve stabilità“. In secondo luogo “ricordiamoci che quel che portiamo a casa con il Recovery è merito suo“. E il presidente di Confindustria si dice pronto a difendere il nome di Gualtieri nonostante i disaccordi: “Su molti argomenti non siamo stati d’accordo, fa parte della dialettica di un Paese. Cerchiamo di convincerlo della bontà delle nostre idee, ha sempre ascoltato, ha dimostrato capacità di comprendere i temi, molte volte non è andato nella direzione che auspicavamo, ma questo non vuol dire che non sia una riserva della Repubblica“. Poi, a proposito di possibili governi futuri: “Noi siamo molto rispettosi delle scelte dei partiti. Per noi sono importanti le caratteristiche. Deve essere un Governo serio, senza personalismi. Autorevole perché dobbiamo fare le riforme, un Governo competente che sappia di cosa sta parlando“. Ed è necessario sapere di cosa si sta parlando soprattutto a proposito di Recovery, sul quale – dice Bonomi – il vecchio governo sembrava essersi “arroccato su sé stesso. Da quello nuovo chiediamo ascolto vero. Abbiamo bussato alla porta sia di Palazzo Chigi che dei ministeri. Con Conte abbiamo personalmente un ottimo rapporto ma non si è trasformato in un qualcosa che ha dato sostanza per quelle misure che servono al Paese“, ha detto il presidente di Confindustria.
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(Non) si parla di nomi
Eppure il nome di Gualtieri sarebbe proprio uno dei nomi fatti da Italia viva, a proposito dell’esigenza di un cambio passo. A riportarlo è l’agenzia Ansa, che ribadisce che per non perdere i voti di Iv, Conte dovrebbe rinnovare dal profondo la squadra di governo, a partire appunto da Gualtieri, dalla ministra Azzolina e da Guardasigilli Alfonso Bonafede. A questi nomi da silurare, aggiunge il Corriere, ci sarebbe anche quello di Domenico Arcuri, del quale si auspica almeno un ridimensionamento. Nomi che non di sorpresa vengono tirati fuori da Italia viva, che però ora ribadisce: è il momento di partire dai contenuti per poi pensare alle persone. Secondo Italia viva la gestione della politica economica ha mostrato importanti mancanze durante la pandemia. Nulla di nuovo da aggiungere sulla gestione della Giustizia, che da tempo è oggetto di critiche da parte del partito di Matteo Renzi. Poi ci sono gli altri, di nomi, quelli riguardanti il premier: e qui Italia viva ripete Mario Draghi, altri ripetono Conte, altri ancora Marta Cartabia, altri ancora Cottarelli, e qualcuno anche Fico. Ma questa è un’altra storia.