Nella giornata di ieri la crisi di governo ha subito un’ulteriore svolta: nell’ultimo giorno di consultazioni Mattarella ha affidato un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico. Lo scopo è verificare la possibilità di un nuovo governo sostenuto dalla stessa maggioranza incrinata con l’apertura della crisi politica, attraverso il ritiro delle ministre di Italia viva. Fico ha tempo fino a martedì prossimo. Può farcela?
Termina così, il primo girone di consultazioni al Quirinale: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico. La richiesta era stata avanzata dallo stesso Matteo Renzi. Lo scopo dell’incarico è verificare la possibilità di un nuovo governo sostenuto dalla stessa maggioranza precedente. Il mandato gli è stato affidato durante la serata di ieri, con la convocazione al Quirinale alle 19:30. Il mandato esplorativo di Fico difficilmente potrà diventare un pieno mandato per la creazione di un nuovo governo. Il suo scopo è piuttosto quello di portar avanti le consultazioni informalmente, al di fuori del Quirinale, fino a martedì. Poco prima della convocazione, il presidente della Repubblica aveva sottolineato ai giornalisti: “E’ emersa la prospettiva di una maggioranza politica composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente“. Parlando al Quirinale, però, Mattarella ha sottolineato l’esigenza di “un governo con un adeguato sostegno parlamentare“.
La stabilità è necessaria anche e soprattutto per il momento di crisi che l’Italia sta attraversando e per le sfide che dovrà affrontare: “L’Italia come tutti i Paesi sta affrontando nuove pericolose offensive di una pandemia da sconfiggere con una diffusa e decisa campagna di vaccinazione e tanti cittadini subiscono pesanti conseguenze“. E bisogna reagire in fretta – sottolinea Mattarella – perché le emergenze del Paese “possono essere fronteggiate soltanto attraverso l’utilizzo rapido ed efficace delle grandi risorse predisposte dall’Ue. Com’è evidente le tre emergenze sanitaria, sociale, economica, richiedono immediati provvedimenti di governo“. Insomma, per fare tutto questo Mattarella ha ritenuto opportuno provare un’ultima volta: cercare di ricompattare, tramite Fico e fino a martedì, quella maggioranza spaccata formata da M5s, Pd, Italia viva e LeU. E cercare di farlo togliendo un attimo di torno il nome di Conte (sul quale Italia viva non ha posto veti, ma neanche sbracciato), e tentando di creare un vero e proprio patto legislativo in grado di dare un nuovo volto politico all’attuale maggioranza. E con nuovo volto politico si intende: nuovi progetti comuni.
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Ma la maggioranza c’è?
Un ultimo tentativo, quello del mandato esplorativo, sorretto da una sorta di apertura del M5s a Matteo Renzi e Italia viva. L’apertura viene pronunciata a mezza bocca dal capo politico del M5s, Vito Crimi, che ha commentato: “È il momento di fare un passo avanti tutti insieme e farlo velocemente. Al presidente della Repubblica abbiamo espresso la nostra disponibilità a un confronto con chi intende dare risposte concrete nell’interesse del Paese, con spirito collaborativo, per un governo politico che parta dalle forze di maggioranza che hanno lavorato in questo ultimo anno e mezzo insieme ma con un patto di legislatura chiaro davanti ai cittadini e che sia affrontato con lealtà“. Un’apertura fondata sui contenuti, che non nomina neanche apertamente i diretti interessati. E Fico dovrebbe cercare di comprendere se questi contenuti condivisi – effettivamente – ci sono. Ettore Rosato, coordinatore di Italia viva, appare ottimista: “Ci sono i presupposti per fare un buon lavoro“.
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Eppure Di Battista non ci sta. Difensore della linea più dura nei confronti di Renzi, ribadisce che sarebbe “un grave errore politico tornare a sedersi con un accoltellatore di professione. Se accadrà per quanto mi riguarda arrivederci e grazie“. Insomma, mentre ci si prova un’ultima volta, la maggioranza sembra iniziare a scricchiolare all’interno delle stesse forze politiche. E soprattutto, ci si chiede quanto potrà essere solida una maggioranza che parte da un dato di fatto: nessuno vuole stare con Italia viva (in fondo), né tanto meno Italia viva vuole stare con loro (in fondo). E ancora: la mossa di Renzi – che ora ha il coltello dalla parte del manico – è funzionale ad accantonare Conte per lavorare veramente sui contenuti del patto di legislatura, senza figure divisive e antichi rancori, o porre un veto definitivo sul nome di Conte?