Benno, il figlio dei coniugi scomparsi a Bolzano, Peter Neumair e Laura Perselli, è accusato di aver ucciso i genitori ma non ha ancora confessato. Intanto sono molti gli indizi contro di lui, ecco quali
Sono trascorsi 25 giorni da quando Laura Perselli, 68 anni e Peter Neumair, 63 sono scomparsi a Bolzano e di loro nessuna traccia. Attualmente l’unico indagato nella vicenda è il figlio Benno Neumair, che si è costituito quando è venuto a sapere dai suoi legali che lo avrebbero fermato. L’uomo è ora in carcere in attesa della convalida del fermo, accusato di duplice omicidio aggravato e occultamento dei cadaveri. Fondamentali nell’inchiesta le analisi svolte nei laboratori dei Ris.
Le ultime analisi le hanno eseguite sui vestiti che Benno indossava il giorno del presunto delitto e che la fidanzata di lui ha consegnato agli inquirenti. La ragazza è indagata, come atto dovuto, per favoreggiamento. Le sue dichiarazioni si sono rivelate essenziali: “Veniva sempre con i mezzi, quel giorno aveva la macchina“, ha detto agli investigatori.
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Tutti i sospetti contro Benno
Attualmente agli atti vi sono diversi indizi: i rilievi sulle tracce di sangue trovate sul ponte dell’Adige nei pressi della discarica Ischia Frizzi, che sono del padre Benno, Peter. Tali tracce sono in un punto dove si è notato il figlio al volante dell’auto dei genitori. E ancora le tracce rinvenute nella Volvo di famiglia e molto altro ancora. Benno non è stato sottoposto a interrogatorio per ora e non ha confessato, come asseriscono i suoi legali.
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L’ipotesi degli inquirenti è che Benno abbia lanciato i cadaveri dei genitori nel fiume Adige. Per capire meglio le dinamiche dei sospetti, è necessario ripartire dal giorno della scomparsa di Peter e Laura, il 4 gennaio scorso. All’alba del 5 gennaio, il figlio rientra a casa dopo aver passato la notte dalla fidanzata Martina, a Ora. Non si preoccupa non vedendo i genitori in casa: “Pensavo dormissero”, dichiara. Questo è un primo elemento che insospettisce gli investigatori. Poi sempre il 5, con sua zia, va dai carabinieri per denunciare la scomparsa dei suoi. Ma a preoccuparsi è la sorella Madé che vive in Germania, a Monaco di Baviera.
La testimonianza di Martina
Una dichiarazione di Martina, è ritenuta essenziale dagli inquirenti:”Veniva sempre con i mezzi, quella sera invece è venuto in macchina. Gli ho lavato i vestiti”. I Ris hanno poi analizzato i suddetti abiti consegnati agli inquirenti in questi giorni. Altro sospetto: i cellulari della coppia vengono spenti verso le 21.30 del 4 gennaio. Una cella aggancia i telefonini dei due coniugi per l’ultima volta al Ponte Roma, (a sud di Bolzano), dove una telecamera filma la Volvo che guidava il figlio. Benno afferma che si stava recando da Martina. Il percorso per recarsi da Bolzano a Ora durerebbe 25 minuti, ma lui impiega circa un’ora. Alle ore 21:57 Benno spegne il suo telefono per mezz’ora a poca distanza dal ponte di Vadena.
Infine, l’auto dove gli inquirenti hanno rinvenuto tracce ematiche sulla portiera di guida e hanno trovato una bottiglia di acqua ossigenata, forse per pulire le macchie. Gli inquirenti hanno sequestrato la Volvo prima che Benno la portasse in autolavaggio. Per quel che concerne il movente, le indagini si stanno concentrando sulla quotidianità familiare. Il figlio era tornato a vivere a Bolzano dopo aver vissuto in Germania e Spagna. Amante del culturismo, sembrerebbe che fosse diventato dipendente dagli anabolizzanti. Le liti erano frequenti secondo parenti e conoscenti. Pare che nell’ultimo periodo i genitori gli avessero chiesto di ridargli parte del denaro pagato per le tasse universitarie, dato che il figlio non si era laureato in matematica ma iscritto a Scienze motorie.