Era il 1982 e Vasco Rossi, giovanissimo, saliva sul palco del Teatro Ariston di Sanremo con “Vado al massimo”: un brano che era una presa in giro nei confronti dei giornalisti e che creò scalpore per un atteggiamento del rocker mal interpretato dalla platea. Alla fine, però, Vasco e tutto il suo entourage raggiunsero lo scopo, e il nome del cantante divenne uno dei più celebri.
In giorni caldi per il Festival di Sanremo, mentre si discute sulla presenza o meno dei figuranti in platea e Amadeus pare minacciare l’abbandono della kermesse, Vasco Rossi ricorda sui social la sua partecipazione alla gara canora. Era il 1982, Sanremo era alla sua 32esima edizione e Gianni Ravera spinse il rocker di Zocca a partecipare alla manifestazione per sfruttare la grande vetrina che la Rai offriva ai cantanti.
Vasco salì sul palco con “Vado al massimo”, un pezzo che era uno sberleffo nei confronti dei giornalisti che lo avevano sempre criticato, e che fece mormorare la platea per un atteggiamento mal interpretato del cantante. Con l’intento di dare il microfono all’artista successivo, Vasco se lo infilò in tasca ma il filo era troppo corto e lo strumento cadde a terra: tutti pensarono che lo avesse gettato volontariamente in segno di disprezzo nei confronti del Festival. La verità dell’artista, poi, è stata raccontata più volte e, oggi, lui ha scelto di ricordare quel momento sui social.
Vasco Rossi: perché ho partecipato a Sanremo
“Al Festival di Sanremo sono andato per scandalizzare – ha iniziato a scrivere il Kom su Instaram – . Con ‘Vado al massimo’ nella mia testa ero come Fred Buscaglione o come Antoine che cantava ‘tu sei bello e ti tirano le pietre’: da piccolo lo vedevo sempre il festival e avevo in mente quei personaggi”.
Così Vasco ripercorre la sua esperienza da concorrente al Festival della Musica Italiana e si sofferma su quanto accadde sul palco.
“Comincio a cantare ‘Vado al massimo’ poi prendo il microfono dall’asta e vado verso le prime file per fare un po’ di scena – ha scritto lui – . Intanto pensavo ‘adesso come faccio?’ perché un conto è se per rimetterlo a posto fai ‘tac’ come nei film ma se sbagli e stai lì che non riesci a infilarlo nel buco che figura fai?”.
Mentre cantava, dunque, il cervello di Vasco viaggiava portandolo, alla fine, a fare una scelta che fece scalpore.
“Allora ho detto ‘va beh, me lo infilo in tasca e poi lo do a quello che viene dopo di me’ – ha raccontato – . Solo che il filo era troppo corto, vola via il microfono e io che avevo imparato che sul palco se fai una cappella devi fare finta di niente, non mi giro. Intanto sento una gran botta e delle voci che urlano ‘tu sei matto!’”.
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Vasco Rossi, il successo dopo Sanremo
Quel gesto, interpretato da molti come un atteggiamento di disprezzo nei confronti del Festival, portò Vasco Rossi ad essere uno dei protagonisti più discussi di quell’edizione di Sanremo.
“…Mi sembravano tutti in un altro viaggio. Io andavo lì per colpire duro, mica per vincere… a me della gara non importava niente – ha ammesso lui – . Comunque l’obiettivo era raggiunto: la canzone era ironica e provocatoria, avevo scandalizzato i perbenisti…e quelli che guardavano il Festival per divertirsi come facevo io, avevano avuto la loro bella soddisfazione”.
Dopo Sanremo, la carriera di Vasco è volata: “Vado al massimo” arrivò a vendere più di 200mila copie e lui decise di ripresentarsi l’anno successivo con “Vita Spericolata”.
La partecipazione dell’83 è stata l’ultima da concorrente: il rocker, infatti, è tornato all’Ariston nel 2004 come super ospite e, chissà, se deciderà più di ripresentarsi sul palco di Sanremo.