Gli inquirenti proseguono le indagini sull’omicidio di Roberta Siragusa e ipotizzano che Pietro Morreale, il principale indagato, non abbia agito da solo
Proseguono le indagini sulla morte di Roberta Siragusa, la giovane di 17 anni la ragazza originaria di Termini Imerese il cui corpo è stato rinvenuto in una zona isolata, in fondo a una scarpata, semi carbonizzato.
Omicidio Roberta Siragusa, gli sviluppi
Per questo episodio c’è un indagato, il fidanzato 18enne della vittima, Pietro Morreale. I due avrebbero litigato per una questione di gelosia durante una festa alla quale sono arrivati insieme e dopo la quale sarebbero andati via insieme. Quella è l’ultima volta in cui alcuni testimoni hanno visto la ragazza viva.
Gli inquirenti stanno ora cercando alcuni potenziali complici che avrebbero aiutato Pietro Morreale nell’omicidio e nell’occultamento del cadavere della ragazza. Gli elementi a carico di Morreale sono abbastanza circostanziati. Ci sono le testimonianze di chi ha visto i ragazzi lasciare insieme la festa. Ci sono i riscontri sugli oggetti che il ragazzo avrebbe cercato di sottrarre alla vittima.
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L’opinione del GIP
Nel provvedimento del giudice per le indagini preliminari che ha portato in carcere Pietro Morreale con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, il GIP ipotizza l’intervento di alcuni complici. “Non può peraltro escludersi che egli (Pietro Morreale) sia stato coadiuvato nell’azione successiva, relativa all’occultamento degli elementi di prova, che comunque è certo che sia stata agita (basti pensare alle chiavi di casa della ragazza e ad altro materiale rinvenuto combusto presso il campo sportivo di Caccamo)”.
L’omicidio sarebbe stato commesso tra l’una e le due di notte. Solo alle 9.29 Pietro Morreale e il padre Ivan si sono presentati in caserma.
Sette ore circa sono trascorse e su questo lasso di tempo il giudice pone l’attenzione. Nel frattempo potrebbero essere ascoltati di nuovo gli amici dei due giovani, nel tentativo di ricostruire le ultime ore di Roberta.
Sotto sequestro, rinvenuti nella camera di Morreale, anche un tablet e un cellulare senza sim e senza scheda di memoria. Seqeustrata anche la Fiat Punto vista a Monte Rotondo, il luogo del ritrovamento del corpo di Roberta.