Previsto per domenica un cambio nell’attribuzione delle zone di rischio in Italia. Si attende ancora l’ufficializzazione del monitoraggio Iss, ma già è possibile tracciare un probabile quadro, stando alle prime indiscrezioni. E per il Lazio diventa sempre più lontana l’ipotesi zona gialla.
Per ufficializzare le prima indiscrezioni, sarà necessario attendere il monitoraggio della Cabina di regia, previsto per la giornata di oggi. In base a quanto riportato dall’Iss, il ministro della Salute Roberto Speranza emanerà un’ordinanza con l’applicazione delle nuove zone di rischio, in vigore a partire da domenica. Intanto in Italia la situazione Covid sembra migliorare dopo le misure adottate per Natale e Capodanno, ma non abbastanza: le restrizioni hanno sortito i loro effetti, visto che la curva epidemiologica risulta in calo per la seconda settimana consecutiva; ma i 14.372 casi al giorno di ieri ribadiscono che l’epidemia non è ancora sotto controllo. Perché sia sotto controllo sono necessari, infatti, 7mila casi in 24 ore, con un’incidenza di 50 casi ogni centomila abitanti. Incoraggiano però le terapie intensive, con 2.288 persone, 64 meno rispetto al giorno precedente. Insomma, i segnali di miglioramento ci sono, ma è necessario perseverare con la divisione in zone di rischio. Tante le ipotesi in campo, tanti i dubbi sui tempi e sulla reale possibilità di passare a zone meno rigide. Ma in attesa del nuovo monitoraggio, è comunque possibile indicare cosa è lecito aspettarsi dai dati di oggi 29 gennaio, riferiti al periodo 18-24 gennaio, con un aggiornamento fino al 27 gennaio. Stando ai criteri stabiliti per legge fino a questo momento, per passare dalla zona arancione alla gialla è necessario un indice Rt tra 0,5 e 0,99, con un rischio complessivo “basso” o “moderato”. Ed è necessario attendere due settimane prima che il passaggio venga confermato. Vediamo chi potrebbe avercela fatta.
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Stando a quanto emerso fino ad ora, probabilmente i 5 territori già in giallo saranno riconfermati. Si tratta di Toscana, Campania, Provincia di Trento, Basilicata e Molise. Ma a questi potrebbero con ogni probabilità aggiungersi altre tre regioni: Calabria, Emilia-Romagna e Veneto, fino ad ora in arancione dall’8 gennaio. Poi ci sono le regioni in bilico. Tra queste, Lazio, Liguria, Sardegna e Marche, che potrebbero restare in arancioni per un’altra settimana, oppure potrebbero passare alla zona gialla. Da confermare anche cosa accadrà a Piemonte, Val d’Aosta, Friuli-Venezia-Giulia e Abruzzo, in arancione dal 15 gennaio ma con dati da zona gialla già dalla scorsa settimana. Seguono poi altre certezze sulle regioni rimaste, che con ogni probabilità saranno arancioni. Si tratta di Sardegna e Lombardia, in zona arancione da solo una settimana. La Sardegna ha dati da zona gialla ma è ancora necessario attendere il decorso dei 14 giorni. Probabile che restino in zona arancione anche Puglia e Umbria. Resta il dubbio sulla Sicilia, che da rossa potrebbe diventare arancione. “I dati cominciano ad essere incoraggianti, anche se il numero delle vittime rimane ancora alto”, afferma il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci. “Sono fiducioso: se il calo dovesse essere costante potremmo anche revocare la zona rossa e tornare a respirare nella zona arancione”. In tal caso, la provincia di Bolzano resterebbe l’unica rossa in tutta Italia.
I nodi da sciogliere riguardano soprattutto il Lazio, che da giorni è dato sicuramente in zona gialla a partire da domenica, ma che ultimamente sembra avere un decorso non così scontato. Lo riporta il Messaggero, che riporta fonti vicine al Governo: il Lazio potrebbe restare in zona arancione perché “le due settimane necessarie a un territorio per poter entrare nella fascia inferiore di rischio scattano dal momento in cui, numeri alla mano, viene stabilito che i parametri corrispondono a quelli previsti per il passaggio nella zona con minori restrizioni”. Insomma, il Lazio attualmente si ritrova con un Rt dello 0,73, dopo un Rt dello 0,98 in data 22 gennaio, e dopo un Rt dell’1,1 in data 15 gennaio. Eppure da regolamento non sarebbe abbastanza, è necessario attendere ulteriormente.
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In tutto questo, non dimentichiamo la zona bianca. La Basilicata sembra essere – attualmente – l’unica regione candidata a poter ottenere quel tanto agognato semi-ritorno alla normalità. Per quanto riguarda le aperture, si intende. Mascherine, distanziamento e coprifuoco resteranno. Per far scattare la zona bianca è necessario un Rt inferiore a 1 e un libello di rischio basso, unito a un’incidenza settimanale dei contagi inferiore a 50 casi ogni 100mila abitanti per tre settimane consecutive. Attualmente la Basilicata resterà gialla, ma non è detto che la situazione non possa migliorare ulteriormente nei prossimi giorni, in modo da garantire alla Basilicata di passare alla zona bianca molto presto. In questo caso la regione otterrebbe la riapertura di palestre, piscine, bar e ristoranti.
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