Due dottoresse hanno denunciato un loro superiore che le molestava con palpeggiamenti nelle parti intime sul posto di lavoro. Dapprima solo battutine, poi le molestie si sono fatte più serie
Dapprima le molestava facendo delle battutine, poi quelle stesse battutine sono divenute sempre più spinte e le molestie ci hanno messo poco a diventare più pesanti. E le due dottoresse non hanno più retto e hanno presentato una denuncia contro il dirigente medico del Santa Maria della Misericordia di Perugia. Un collega un po’ più grande di loro, 43enne (loro sono 30enni), con cui hanno lavorato in reparto. Ora l’uomo ha ricevuto una sospensione dal lavoro di circa 6 mesi.
È quanto ha deciso il gip Natalia Giubilei. Il medico è attualmente fortemente sospettato “del delitto di violenza sessuale“. Le due vicende risalgono al 2019 e a fine 2020. La seconda specializzanda, ha raccontato che gli approcci del dirigente medico in questione erano molto pesanti, ha raccontato di palpeggiamenti intimi sul posto di lavoro.
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La prima vittima di molestie aveva segnalato ogni cosa agli inquirenti nonché alla direzione dell’Azienda ospedaliera che aveva fatto anche un esposto. Sono così scattate le indagini che hanno portato alla luce le molestie sessuali del dirigente nei confronti delle due dottoresse. Tutto questo dopo “accertamenti e riscontri necessari per delineare al meglio la vicenda e far emergere i profili di responsabilità, così raccogliendo gli elementi probatori che hanno portato all’emissione della misura applicata“.
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Lunedì mattina il dirigente medico sarà sottoposto a interrogatorio da parte del gip. L’uomo però rischia anche un forte procedimento disciplinare, tant’è che proprio ieri il dg dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Marcello Giannico, ha precisato che “la direzione aziendale ha fornito la massima collaborazione nelle indagini all’autorità giudiziaria e, alla formalizzazione del provvedimento interdittivo, attivato le procedure finalizzate a valutare il comportamento del dipendente sotto il profilo disciplinare. Le indagini sono ancora in corso e coperte dal segreto d’ufficio. Ringraziamo l’autorità giudiziaria per il lavoro svolto e auspichiamo una rapida conclusione delle stesse con una chiara identificazione delle responsabilità“.