La variante inglese nonostante abbia un più basso livello di aggressività sembrerebbe più contagiosa. Il responsabile della task force anti contagio Uscar: “Il virus si sta adattando alle contromisure che usiamo per proteggerci“.
La variante inglese è meno aggressiva e più contagiosa, arrivando addirittura a “bucare” le mascherine nei luoghi chiusi. È in grado di contagiare persino coloro che osservano impeccabilmente tutte le disposizioni di sicurezza.
Secondo quanto afferma Pierluigi Bartoletti, responsabile della task force anti contagio Uscar, “sempre più spesso, quando chiediamo a un paziente che si è appena scoperto positivo come ha contratto il virus, ci sentiamo rispondere “Non ne ho idea“.
Bartoletti prosegue spiegando che ormai “il virus si sta adattando alle contromisure che usiamo per proteggerci, la variante inglese ha una carica virale più bassa, il che non significa che sia meno pericolosa“.
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Le mascherine chirurgiche non bastano
Il consigliere scientifico del ministero della Salute per la pandemia Covid19 Walter Ricciardi, afferma che “la variante inglese ha una capacità infettiva più alta, fino al 70%. Se indossiamo le mascherine chirurgiche o di stoffa in un luogo chiuso e non areato, senza mantenere la distanza di sicurezza, il virus inglese penetra meglio nelle mucose e quindi la probabilità di infettarsi aumenta“. Invece, “se utilizziamo le mascherine Ffp2, Ffp3, che esercitano un’azione filtrante, il pericolo non sussiste. Dobbiamo adottare misure più rigide per evitare il contagio. Nessuno studio conferma la sua aumentata capacità di sopravvivere più a lungo sulle superfici“.
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Infatti, secondo Enrico Di Rosa, direttore del Servizio igiene e sanità pubblica della Asl Roma 1, “la trasmissione a seguito di contatto con le superfici contaminate è marginale per tutte le varianti del virus“.
Della stessa opinione di Ricciardi è l’epidemiologo Massimo Cicozzi:”Sebbene la variante britannica sia più contagiosa, rispettando tre capisaldi: mascherina, distanziamento e gel igienizzante, la probabilità di infettarsi è minima anche con il virus mutato“.