Un nuovo studio americano prova a fare chiarezza sul tema del contagio da Covid nei bambini. L’analisi sulle sindromi infiammatorie multisistemiche
Un nuovo studio statunitense pubblicato dagli U.S. Centers for Disease Control and Prevention prova a fare chiarezza sul tema del contagio da Covid-19 nei più piccoli. Dalla pubblicazione emerge infatti che il tasso di contagio tra i bambini è aumentato del 16% nelle ultime settimane. Ed è aumentato nonostante ci siano poche prove di trasmissione del virus nelle scuole dove vengono prese delle misure di sicurezza consone. I dati sono stati diffusi dall’American Academy of Pediatrics (AAP) e dalla Children’s Hospital Association.
«I bambini possono essere infettati, è vero che hanno meno probabilità di contagiare altre persone, ma possono comunque diffondere il virus. Visto che il numero di casi nelle nostre città è in aumento, aumenterà anche la percentuale di bambini positivi». Lo spiega il presidente della AAP, Lee Ann Savio Beers. Ma a preoccupare gli studiosi è soprattutto l’impatto che le nuove varianti possono avere sui minori.
L’ipotesi è che le nuove mutazioni del Regno Unito e del Sudafrica possano consentire al virus di legarsi meglio ai recettori ACE2, aumentando le possibilità di sviluppo della patologia. Secondo il dottor Ashish Jha della Brown University School of Public Health, invece, l’aumento dei casi nei bambini più che all’aggressività delle varianti deve essere attribuito all’aumento di casi in generale.
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Covid e MIS-C nei bambini
Finora sappiamo che la percentuale di sviluppo di una forma grave di Covid nei bambini è bassa. Ma gli studiosi non escludono che ci possano essere conseguenze dannose per la salute. I dati dimostrano infatti che negli Usa ci sono centinaia di diagnosi di MIS-C, cioè di sindromi infiammatorie multisistemiche. Le MIS-C portano all’infiammazione di diverse parti del corpo. Tra queste troviamo cuore, polmoni, cervello, pelle, occhi e reni. Alcuni pazienti possono sviluppare anche febbre, difficoltà respiratorie, dolori addominali, diarrea, vomito, eruzione cutanea, labbra arrossate e screpolate, lingua gonfia, mani e piedi arrossati.
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Al momento, però, non sono certe le cause, anche se molti bambini con questa sindrome sono risultati positivi al Sars-Cov-2, dicono dai Centers for Disease Control and Prevention. Alcuni ricercatori sostengono che la patologia potrebbe essere collegata a un’alterazione dei livelli di citochine. Ossia molecole proteiche che hanno un ruolo di primo piano anche nell’infezione da Covid-19. Dall’inizio della pandemia, negli Stati Uniti più di 2,6 milioni di bambini sono risultati positivi al Covid. Cifra pari al 12,7% dei contagi totali del Paese.