A poche ore dall’incontro al Quirinale per le consultazioni il leader di Italia viva, Matteo Renzi, spiega pubblicamente la sua posizione.
Tre emergenze da superare. Sanitaria, economica ed educativa. Sono questi i motivi per cui Matteo Renzi, leader di Italia viva, avrebbe innescato la crisi di governo. Lo ha spiegato proprio il senatore in un video diffuso sui suoi canali social, da Twitter a Facebook. Stando alle sue parole, la rottura con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarebbe stata necessaria per far valere le idee di Iv nell’ambito di un momento storico tanto delicato. E non avrebbe avuto a disposizione altro tempo – o altri modi – per farlo. Infatti un concetto che ha ribadito a più riprese nel video-messaggio è che o la politica agisce subito, o perde un’occasione più unica che rara.
“Proprio adesso si gioca il futuro del Paese. O risolviamo i punti aperti adesso, o condanniamo i nostri figli e i nostri nipoti a vivere nel declino più totale. Lo so che non è facile dire queste cose: ti attaccano, ti insultano, ti coprono di fake news, ti infamano, ti dicono di tutto. Però se vuoi far politica in modo serio, devi avere il coraggio di dir la verità, guardando negli occhi la gente. Allora parliamoci chiaro, l’Italia si sta giocando l’osso del collo perché prima della crisi politica c’è una crisi economica, sanitaria, ed educativa senza precedenti“, ha iniziato Renzi.
La crisi economica
L’ex premier, nella sua spiegazione indirizzata ai cittadini, è partito dalla crisi economica. Ha fatto riferimento prima ai dati sul Pil, poi ai livelli dell’occupazione destinati a calare quando finirà il blocco dei licenziamenti, infine ha parlato dei fondi europei previsti per l’Italia dal Recovery Fund. Non ha parlato del Mes, nemmeno di quello sanitario.
“Il Pil italiano ha un livello di crollo che non ha eguali nella storia repubblicana. Il 2020 sarà ricordato come l’anno della maggiore disgrazia per la situazione economica del Paese. E fortunatamente ancora non si vedono tutti gli effetti sull’occupazione, perché c’è il blocco dei licenziamenti. Quando questo blocco sarà rimosso, vedremo quanti danni ulteriori verranno fatti alla vita delle persone dalla pandemia e dal post pandemia. Voi direte: questa è una situazione tragica. Sì, ma si può ripartire. Ci sono le condizioni. L’Europa ha messo 209 miliardi a disposizione, ci sono tanti denari che possiamo utilizzare per finalmente immaginare il futuro”, ha detto il leader di Italia viva.
E ha ripetuto, sul fronte della crisi economica, l’importanza di prendere delle decisioni subito: “È una finestra di opportunità che si apre nelle prossime settimane, ora o mai più. Allora, o decidi adesso di spendere bene i soldi, o farai soltanto debito pubblico. Vorrei urlare questo concetto: o decidiamo adesso di spendere i soldi, o tra un anno sarà troppo tardi. Non è che possiamo aspettare a decidere quando già non ci sarà più l’occasione di poter investire queste risorse. O lo fai adesso, o siamo finiti“.
E ha continuato: “È chiaro perché stiamo discutendo di queste cose? È chiaro perché stiamo chiedendo una svolta nella politica economica del Paese? È chiaro perché stiamo chiedendo di sbloccare le infrastrutture? È chiaro perché stiamo chiedendo di non dare i soldi a pioggia in mance e marchette sparpagliate come quelle che ci sono state anche recentemente dell’azione della politica italiana? Il primo elemento di crisi è quello economico: ora o mai più“.
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La crisi sanitaria
Nel suo discorso Renzi ha anche parlato della crisi sanitaria provocata dal Covid-19. E ha sottolineato la necessità di strutturare un piano vaccinale serio e senza intoppi. “Bisogna sistemare definitivamente la questione dei vaccini. Non servono le primule, sono come i banchi a rotelle, sono due soluzioni che non servono a niente. Bisogna arrivare a portare non 35 mila persone a vaccinarsi, ma 350 mila. Voi direte: ancora non ci sono le dosi. No, non ci sono le dosi. Ma il tempo per organizzare la vaccinazione di massa è adesso“, ha detto il capo di Iv.
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E ha aggiunto: “Bisogna avere l’organizzazione territoriale straordinaria e pronta per far sì che la vaccinazione di massa funzioni quando arriveranno le dosi. Perché quello che è chiaro, anche ai no vax, è che questa pandemia finirà soltanto con la vaccinazione. Con quella che viene chiamata immunità di gregge, che deriva da una vaccinazione capillare. Non soltanto delle persone che lavorano negli ospedali”.
La crisi educativa
Come ultimo punto, Renzi si è concentrato sulla crisi educativa scaturita dalla chiusura delle scuola in Italia per quasi un anno. “La terza emergenza del nostro Paese è forse la prima per me, per importanza: è quella educativa. Siamo il Paese che ha perso più giorni di scuola in Europa. Nel mondo credo che ce la battiamo con la Corea. La didattica a distanza non è la soluzione, i banchi a rotelle sono una presa in giro. Riuscire a mettere non soltanto in prima fila i professori per la vaccinazione e a fare i tamponi in tutte le classi, in tutte le scuole, in tutti gli istituti, è l’ABC per permettere ai nostri ragazzi di tornare a vivere”, ha spiegato il senatore.
“Quali danni ci sono nella generazione più giovane, dal fatto che ormai quasi da un anno questi ragazzi vivono quasi sempre con la didattica a distanza. Ma davvero pensate che la scuola sia semplicemente attraverso Zoom o viceversa che si possa ridurre la socialità delle relazioni tra gli adolescenti semplicemente a una chat o a un collegamento telematico?”, si è chiesto retoricamente l’ex sindaco di Firenze.
L’Italia agli ultimi posti
Per concludere, il senatore di Rignano ha specificato ancora una volta quanto sostiene dallo scorso 13 gennaio, giorno in cui ha ritirato i suoi esponenti dalla squadra di governo. “La crisi educativa, la crisi sanitaria e la crisi economica vedono l’Italia purtroppo agli ultimi posti. Allora vedete che non è una questione caratteriale, non è un problema delle singole persone, non è un problema che si può risolvere con una poltrona, noi le poltrone le abbiamo lasciate e siamo gli unici ad averlo fatto. Perché mentre in Parlamento assistiamo a un autentico scandalo che è quello che del tentativo di far passare delle persone non su un’idea, ma su una gestione opaca delle relazioni personali e istituzionali”, è convinto il leader di Italia viva.
“Mentre in Parlamento assistiamo a questo, alla creazione di gruppi improvvisati, noi siamo qui oggi a dire con forza che noi abbiamo rinunciato grazie a Teresa, Elena e Ivan alle nostre poltrone, perché vogliamo far prevalere le nostre idee. A tutti quelli che vi dicono: non c’è un argomento per questa crisi, è un fatto caratteriale, psicologico, fate vedere i numeri che mostreremo qui adesso. Fate vedere i dati della situazione economica, sanitaria ed educativa. Parlate di contenuti”, ha concluso Renzi.
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