Secondo gli ultimi sondaggi, gli italiani non vogliono andare a votare e i sentimenti più provati dinanzi alla crisi di governo sono rabbia, preoccupazione e stupore.
Gli italiani non vogliono andare a votare e, a dirlo, sono i sondaggi. Secondo una stima elaborata qualche settimana fa – prima che scoppiasse la crisi – da Euromedia Research per il quotidiano La Stampa, solo il 27,2% dei cittadini ha espresso la volontà di andare alle urne. Il restante 26,6% preferiva proseguire con l’allora attuale Governo, il Conte-bis. E ancora, il 15,5% guardava con favore ad un Conte ter con la stessa maggioranza e un rimpasto nella squadra di ministri. Quanto alla squadra di responsabili, il 12,2% si diceva d’accordo, lasciando fuori Italia Viva dal nuovo esecutivo. Soltanto il 4,7% delle preferenze avrebbe sostituito Giuseppe Conte con un altro Presidente del Consiglio, escludendo comunque lo scenario elezioni.
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Ma andiamo a tempi più recenti. Secondo i dati dell’Osservatorio politico nazionale realizzato da Ixè, il 45% si è detto a favore di un Conte Ter con maggioranza allargata mentre solo uno su quattro chiede di andare al voto. Giuseppe Conte si mantiene alto nelle preferenze degli italiani, con 52 punti, seguito dal governatore del Veneto Luca Zaia, fermo a 46. Crolla Matteo Renzi, com’era del resto prevedibile. Il leader di Italia Viva è fermo a 10 punti; questo, perché gli italiani non hanno gradito l’apertura della crisi.
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Ed anzi, ritornando al già citato Euromedia Research per La Stampa, per gli italiani non era questo né il modo né il tempo. Il 26,7% degli intervistati – alla domanda su quali sentimenti suscitasse l’apertura della crisi – si è detto arrabbiato; il 22,6% preoccupato; il 20,5% è sconcertato. Insomma, sette italiani su dieci sono invasi da emozioni negative rispetto allo scenario politico. C’è anche chi si è mostrato indifferente, annoiato, o chi non sa cosa rispondere. Ciò che accomuna tutti, però, è una visione comune sul fatto che la crisi è arrivata al momento sbagliato. E si spiega, così, anche il calo di Matteo Renzi, considerato – più di Conte – il vero responsabile della situazione.
Paura o sfiducia?
Ma perché, gli italiani, sono contrari alle urne? Prova a spiegarlo il sondaggista Maurizio Pessato, vicepresidente di Swg, parlando all’Adnkronos. “Sicuramente, nell’opinione pubblica prevale di gran lunga la richiesta di stabilità politica, anche se ovviamente non tutti amano il governo Conte. Ma l’80% degli italiani si mostra contrario alle elezioni anticipate”, riferisce Pessato. La causa sta proprio per le preoccupazioni riguardo al coronavirus: come fare, ad organizzare il voto, senza intoppi? Chi, in questa situazione, si recherebbe alle urne?
Questa, d’altronde, è una delle motivazioni assunte da chi dice no alle urne. Anche se, chiaramente, per molti gruppi politici la motivazione risiede nella paura di perdere. Di fatto, il voto fa paura. “Un po’ per i timori legati alle proprie attività nel caso di chi lavora in proprio, specie nei settori dell’impresa, del commercio, della ristorazione, del turismo, temendo un danno economico ancora più forte da una crisi che metterebbe in discussione persino il Recovery Plan e dunque i fondi europei in aiuto al Paese”, spiega ancora Pessato. Il sentiment degli italiani varia da paura a sfiducia. Paura, per il Coronavirus. Ma anche sfiducia. Non c’è fiducia proprio nel voto, nel risultato di anni di lotte e di conquiste. E non c’è fiducia neanche verso quei politici che aumentano nei cittadini senso di incertezza e di sfiducia.