Il caos provocato dal taglio dei vaccini antiCovid per l’Ue sta sollevando un polverone tra Bruxelles e la multinazionale britannico-svedese.
Un botta e risposta serrato. È quello che sta avvenendo tra la multinazionale AstraZeneca e Bruxelles a seguito dei tagli sui vaccini anti Covid destinati all’Unione europea. Secondo le ultime dichiarazioni di Stella Kyriakides, commissaria Ue alla Salute, con una simile decisione la società britannico-svedese starebbe favorendo la Gran Bretagna. “AstraZeneca dice che il Regno Unito ha la priorità perché ha firmato prima il contratto? Non funziona così, qui non siamo dal macellaio“, ha detto la commissaria. Si tratta di una vera e propria battaglia mediatica e legale, che fa riflettere sulla natura dei rapporti che intercorrono tra Londra e Bruxelles a seguito della Brexit.
Il Regno Unito ha la priorità sui vaccini AstraZeneca?
La questione della precedenza sulla distribuzione dei vaccini anti Covid l’ha sollevata il Ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot. Secondo quanto ha spiegato l’amministratore delegato in un’intervista rilasciata a La Repubblica, la multinazionale non avrebbe alcun obbligo rigido con l’Europa sulle forniture, al di là di un “best effort”. Ovvero l’impegno a fare del proprio meglio. “L’Ue ha firmato con noi tre mesi dopo il Regno Unito: avevamo avvertito gli europei che sarebbe stato complicato”, ha dichiarato Soriot, chiarendo la posizione della società. Stando alle sue parole, dunque, il ritardo nella consegna delle dosi del farmaco non romperebbe alcun vincolo contrattuale.
Leggi anche: Se non Conte, chi? Tutte le ipotesi per un nuovo presidente del Consiglio
La risposta di Bruxelles
Di fronte alle parole del Ceo di AstraZeneca, l’Ue si è infuriata. Ha accusato la multinazionale di aver violato il contratto, al contrario di quanto sostenuto da Soriot, e di averne svelato al quotidiano italiano una serie di “dettagli confidenziali”, mistificati a seconda della convenienza di AstraZeneca. Poi, ha sfidato la società farmaceutica a rinunciare alla segretezza del documento e a renderne pubblico il contenuto. Infine la commissione europea ha lanciato un appello su Twitter, ripubblicato da Kyriakides: “I laboratori farmaceutici che fabbricano i vaccini hanno degli obblighi morale, sociali e contrattuali che si devono assumere. L’idea secondo cui la società non sarebbe tenuta a onorare i suoi impegni non è né corretta, né accettabile“, è scritto sul tweet.
“Les laboratoires pharmaceutiques et fabricants de vaccins ont des obligations morales, sociétales et contractuelles qu’ils doivent assumer.
L’idée selon laquelle l’entreprise ne serait pas tenue d’honorer ses engagements n’est ni correcte, ni acceptable” – @SKyriakidesEU pic.twitter.com/TKtkgt5AjH
— Commission européenne ?? (@UEFrance) January 27, 2021
Leggi anche: A prescindere dalla scelta di Mattarella, la priorità è il rilancio dell’economia
Il rischio che corre l’Italia
Dopo il taglio dei vaccini Pfizer-BioNTech, è arrivato il turno di AstraZeneca. Il farmaco anti Covid sembra essere sempre più irraggiungibile per Bruxelles. Almeno quelle 400 milioni di dosi fondamentali per la campagna di immunizzazione europea. Nel frattempo l’Italia – che sta rimodulando il piano vaccinale sulla base dei cambiamenti appena avvenuti – spera nell’arrivo del vaccini dei nuovi produttori. A fabbricare farmaci anti Covid, infatti, ci sono circa 200 società al lavoro al momento. Tuttavia, finché non saranno disponibili, il Paese dovrà contare sul numero di dosi ridimensionato. Con il rischio di far slittare fino all’inizio dell’estate la campagna di vaccinazione. Il che sposterebbe a fine anno l’obiettivo dell’immunità di gregge.