Piano Colao, Stati Generali e simili: delle iniziative in campo economiche poste dal Governo non si sente parlare più. Perché?
121 pagine, 102 idee: il Piano Colao era un lungo elenco di iniziative per il rilancio dell’Italia nel biennio 2020-2022, elaborato proprio dalla task force chiamata per rispondere all’emergenza Coronavirus, guidata dall’ex manager di Vodafone Vittorio Colao. Un piano elaborato su mandato del Premier Giuseppe Conte per fissare su carta punti concreti per la ripresa dell’Italia. Il documento, realizzato dal comitato di esperti in materia, conteneva la strategia per il rilancio dell’Italia in un’ottica integrata di socialità, ambiente ed economia. Un’idea di fondo corretta, resa complicata dal fatto che, in sostanza, è rimasta idea.
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Un elenco di parole, titoli, frasi fatte. Solo per citarne qualcuna: “Infrastrutture e ambiente volano del rilancio”; turismo e cultura etichettati per l’essere il “brand del Paese”, a fronte di cinema, teatri e musei chiusi; pubblica amministrazione come “alleata dei cittadini e imprese”. Ma ancora, istruzione e ricerca presentati come “fattori chiave dello sviluppo”. Idee di fondo corrette, ma che non abbiamo visto – fino ad adesso – concretizzarsi.
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Qualcosa di simile è accaduto con l’app Immuni. Nelle intenzioni del Governo, era uno dei pilastri della lotta al Covid ma alla fine è rimasta nell’ombra. Prima un crescendo di adesioni, con tanto di appelli ai cittadini per iscriversi, note da Palazzo Chigi in cui si spingeva su un “obbligo morale”, non potendola rendere obbligatoria. Ma, dopo pochi giorni, ecco i primi problemi, tra blocchi, inefficienza e farraginosità dell’applicazione. Da fine ottobre, di Immuni non si è sentito parlare più: scomparsa completamente dal dibattito pubblico, i dati non mostrano né efficienza né feedback positivi. Se il problema di fondo è stato qualche intoppo tecnologico, c’è anche da considerare, infatti, come l’App è stata percepita dalle persone. Insomma, il sistema di contact tracing è saltato così come sono saltate, anche in questo caso, le buone premesse con le quali era sorta.
E cosa resta, poi, degli Stati Generali? Domenica 21 giugno, dopo 9 giorni di lavoro, Giuseppe Conte direttamente dal giardino di Villa Pamphilj annunciava un ennesimo piano, embrione del Recovery Plan. Da una parte, gli Stati Generali avevano come scopo la gestione immediata della crisi e la ricostruzione economica dei prossimi anni. Poi, riforme della pubblica amministrazione, della giustizia, proposte di sostegno al reddito, garanzie, sostegno finanziario. Anche di tutto questo, però, ad oggi si fatica a vedere traccia. Anche perché, c’è da dirlo, ogni piano e ogni prospettiva di lungo termine sono stati inghiottiti dall’emergenza.
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