In piena crisi di governo, il Movimento 5 stelle avrebbe forse bisogno di qualche parola da parte del suo fondatore, Beppe Grillo.
Che il Movimento 5 stelle abbia adesso un’anima ben diversa da quella che spirava in Beppe Grillo quando, ai comizi, tirava fuori grinta e anche rabbia, non è certo una novità. I pentastellati si sono nel tempo appiattiti e sembra essersi appiattito, con loro, anche Grillo. E proprio adesso, in piena crisi di governo, ci si chiede perché il fondatore rimanga in silenzio o si limiti a dare pochi giudizi proprio quando, nuovamente, il suo partito vive momenti di tensione. Già, perché Giuseppe Conte alla fine si è dimesso e la crisi di governo mette nei guai proprio il M5s. La fine del “Conte-bis” segna la fine la maggioranza e, ovviamente, i leader stellati sono in allarme. Che ne sarà di loro? Vito Crimi ha convocato i suoi per concordare una strategia e, subito dopo aver intuito che “mala tempora currunt” ha diramato una nota a supporto di Giuseppe Conte: “Il M5S è convintamente al fianco del presidente Conte in questo momento estremamente difficile per il Paese. Siamo la colonna portante di questa legislatura: come sempre ci assumeremo le nostre responsabilità, avendo come riferimento il bene dei cittadini, e ci faremo garanti dei passaggi delicati che attendono la nostra Repubblica”, ha scritto.
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Certo, all’interno del Movimento non mancano le critiche al premier, per molti il presidente del Consiglio ha sbagliato i tempi. Ma, di fatto, Conte come Presidente del Consiglio voleva dire, anche, poltrone sicure per il M5s. “Non si può pensare che un pezzo di centrodestra sostenga un governo con dentro Alfonso Bonafede. Un nuovo esecutivo è inevitabile“, si legge ancora nel messaggio di una chat del Movimento. Anche Luigi Di Maio ha commentato la situazione politica. Sul suo profio Twitter, il ministro degli Esteri ha commentato: “Il Paese sta attraversando uno dei momenti peggiori di sempre a causa della pandemia e si ritrova in una crisi di governo assurda per colpa degli egoismi di qualcuno. Ora serve compattezza, tutti dobbiamo stringerci attorno a Giuseppe Conte. Non ci sono dubbi, avanti determinati”.
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Il M5s senza Conte rischia un pesante ridimensionamento, tanto più se la nomina da premier verrà attribuita a un appartenente del partito alleato. Ma, al momento, il M5s sembra voler restare unito. Al suo interno c’è chi spinge per una riapertura a Italia viva, chi crede che sia necessario restare fuori dai giochi, chi spinge per una presa di posizione più decisa a scapito del Pd. Sta di fatto, che i tempi non sono sereni e che Beppe Grillo non dice nulla. O meglio, si limita a poche cose ed anche pacate. Parla di economia, sul suo blog, nell’articolo di questa mattina “Il virus della diseguaglianza”. Ed anche su Facebook si è limitato a poco: “Un patto tra tutti i partiti, costruttori per il bene comune dell’Italia”, ha proposto Beppe Grillo in una lettera aperta ai partiti di maggioranza e opposizione pubblicata su Fb proprio nel giorno in cui stava per diventare ufficiale la crisi di governo. Ma perché? Non crede più nei suoi? O non crede più che le sue parole possano risultare credibili? O forse strategia?
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