Il 26 gennaio è la giornata in cui il Covid entrò a far parte delle nostre vite; nasce la necessità di usare sempre la mascherin
Era domenica. Negli Stati Uniti l’hanno chiamata Black Sunday. Il 26 gennaio passerà alla storia come la giornata della morte di Kobe Bryant. Ma è quella nella quale le mascherine entrano a far parte della vita quotidiana della gente. E anche se gli statunitensi impiegheranno parecchio tempo per adeguarsi alla mascherina, quel 26 gennaio, per gli italiani, È la prima giornata nella quale si comincia a parlare di prevenzione dal Covid.
Covid, il 26 gennaio
Tutto riporta al caso dei due turisti cinesi che si sentono male in un albergo di Roma. Hanno una brutta influenza. É quello che ancora non è noto come Covid, e viene ribattezzato coronavirus. La notizia comincia a rimbalzare nei notiziari e nei talkshow fra allarmismi, smentite e faciloneria.
Si scatenano malumori bizzarri: tra negazionismo, satira e una preoccupazione latente che diventa sempre più condivisa e diffusa. Il resto è storia recente e anche chi non ha buona memoria ricorderà. Le mascherine, inizialmente introvabili e costose, entrano a far parte del mondo quotidiano degli italiani e non ne usciranno così facilmente.
LEGGI ANCHE > Covid, sequestro mascherine U-Mask a Milano: un indagato
Il 2021
Secondo il biostatistico altoatesino Markus Falk la mascherina, anche dopo la pandemia,
non sparirà del tutto dalle nostre vite: per lo meno non d’inverno. É un dato di fatto che tra vaccinazione e prevenzione il Covid governerà le nostre vite per tutto il 2021. Si comincerà a tornare alla normalità alla fine dell’anno. Forse avremo un po’ meno paura. Alcuni virologi sostengono che il Covid diventerà una delle malattie esantematiche che ci si augura di fare da bambini e senza conseguenze: come morbillo e varicella.
Ma la mascherina la continueremo a usare. Le abitudini sono cambiate. Un anno fa la mascherina era l’eccezione. Ora deve essere la regola.
LEGGI ANCHE > Covid, Anthony Fauci contro Trump: “Una gestione poco onesta e sincera”
Dispositivi individuali
“Siccome i bambini non vengono per il momento vaccinati – spiega Falk – l’immunità di
gregge è ancora lontana e quindi è sicuramente molto probabile che dobbiamo mettere le mascherine ancora per un po’ ”.
Si tratta del dispositivo individuale di prevenzione più diffuso in assoluto. Più dei guanti e del gel igienizzante.
Gli italiani si sono dovuti abituare ad alcune rivoluzioni copernicane nelle proprie abitudini. Il divieto al fumo nei locali pubblici. I primi ad adeguarsi furono i cinema, e non per salute pubblica ma per evitare incendi come quello dello Statuto di Torino: 1983, 64 vittime. Poi le cinture di sicurezza, i seggiolini per i bambini in auto, il casco.