In assenza di responsabili, l’ipotesi del voto prende piede a Palazzo Chigi. Inoltre, Giuseppe Conte potrebbe dimettersi.
Alla ricerca dei responsabili. Responsabili, quelli che dovrebbero far convergere sulla maggioranza i loro voti e non far cadere il governo. Responsabili, quelli che non si trovano. Già. Perché sono passati pochissimi giorni dalla fiducia incassata dal governo Conte al Senato, fiducia che apriva alla possibilità di allargare una maggioranza, pur fragile, ma con dei “responsabili”. Ma, se questi non si trovano, è la strada del voto a farsi più concreta nella certezza – che pare essere consolidata – che senza i voti dei senatori di Italia viva l’esecutivo non regge. L’aveva detto, Matteo Renzi, e forse ci aveva visto giusto. Così, tutti ora guardano alle dimissioni di Giuseppe Conte: Forza Italia, attraverso una nota di Silvio Berlusconi, spinge per un governo di unità nazionale. Anche Azione di Carlo Calenda e +Europa, con le dimissioni di Conte, sarebbero disposti a dare stabilità ad un nuovo esecutivo.
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E intanto, Pd e Movimento Cinque Stelle ribadiscono la volontà di chiudere definitivamente le porte a Italia Viva, ormai ritenuta poco affidabile dopo il ritiro dall’esecutivo delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. “Sta succedendo quello che temevamo, oggi sento il voto molto più vicino”, ha detto il vice dem Andrea Orlando, a Piazzapulita in onda su La7. “Non c’è nessuna ipotesi di unità nazionale, non vogliamo mischiare i nostri voti con quelli di Salvini e Meloni”, ha poi aggiunto, chiudendo ancora una volta alla destra. A parlare di elezioni sarebbe stato, secondo l’Agenzia Dire, anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
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“In queste ore siamo al lavoro per un consolidamento della maggioranza, un processo complicato e ambizioso allo stesso tempo, perché il Paese ha bisogno di ricominciare a correre: le imprese devono lavorare, le famiglie hanno il diritto di poter pianificare il loro futuro”, ha poi scritto Di Maio in un post su Facebook ribadendo sostegno al Presidente Giuseppe Conte. Spinge per le dimissioni del Presidente del Consiglio anche Bruno Tabacci che ha riferito, senza girarci intorno, di aver consigliato a Conte di dimettersi per formare un nuovo governo. Il tutto, prima di mercoledì quando, in Senato, si vota sulla relazione del ministro Alfonso Bonafede.
“Se la maggioranza non c’è deve prenderne atto prima di mercoledì”, ha aggiunto Tabacci. “Conte deve dimettersi e cercare di costruire un altro governo. È un passaggio pericoloso perché alla questione politica se ne unisce una di merito, su un tema divisivo come la giustizia”. Secondo fonti governative, Giuseppe Conte dovrebbe salire al Colle per comunicazioni al presidente della Repubblica questo pomeriggio, o martedì mattina al massimo. Sembra che l’unica strada per il premier sia rimasta quella del Conte ter, percorribile solo dopo le dimissioni e l’accettazione di un nuovo mandato. Sullo sfondo, resta l’ipotesi di un ritorno al voto, strada resa complicata vista l’emergenza Coronavirus. Ma, stando ai sondaggi, un partito personale del premier andrebbe oltre il 15%. Ed anche il già citato Bruno Tabacci, alla fine, si arrende. Se la maggioranza non si rafforza, dice, “il passaggio elettorale sarà inevitabile”.
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