La Lombardia in zona rossa per una ‘sovrastima dell’Rt’

La Regione Lombardia sarebbe finita in zona rossa a causa di una “sovrastima dell’Rt” riferito il 30 dicembre e “calcolato dall’Istituto superiore di Sanità”.

Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia

Questo è quanto affermano fonti qualificate della Regione Lombardia, replicando alla ricostruzione del governo. Altre fonti hanno inoltre spiegato che la sovrastima sarebbe dovuta ad una valutazione che non avrebbe tenuto conto di una novità introdotta con la circolare del ministero della Salute del 12 ottobre, quella che ha stabilito che un paziente può essere dichiarato guarito con un solo tampone molecolare e non più con due.

Cosa è accaduto

In base alla ricostruzione della Lombardia, la settimana scorsa subito dopo la pubblicazione del monitoraggio, i tecnici della regione hanno evidenziato immediatamente a Roma la “distonia tra il dato dell’Rt e tutti gli altri indicatori”, dal tasso di incidenza, molto più basso di altre regioni finite in zona arancione, all’occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nelle aree mediche. “Se c’è una situazione stazionaria e per certi versi decrescente – hanno sottolineato le fonti – non è possibile che tu abbia un dato Rt così alto”. A quel punto è iniziata un’interlocuzione tra i tecnici che avrebbe portato alla luce il perché dell’errore: appunto il non aver tenuto conto della modifica introdotta con la circolare di ottobre.

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Lombardia rettificati dati. Iss rivaluta monitoraggio

I dati della sorveglianza epidemiologica COVID-19 forniti dalla Regione Lombardia il 20 gennaio 2021 “cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione. Pertanto, una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia”. Lo evidenza una relazione tecnica dell’Istituto superiore di sanità.

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“Cambiamenti che riducono il numero di casi”

Il 20 gennaio la Regione Lombardia ha inviato l’aggiornamento della situazione epidemiologica nel quale era indicata “una rettifica dei dati relativi alla settimana 4-10 gennaio”. Una rettifica “del numero dei casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio sintomi, quelli per cui viene data un’indicazione di stato clinico laddove assente”. È quanto riporta la relazione dell’Iss sul ‘caso’ Lombardia che l’ANSA ha visionato. Cambiamenti che “riducono in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere confermati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo Rt”.

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