La maggioranza relativa che Conte ha ottenuto in Senato potrebbe creare diversi problemi, a partire dalle commissioni parlamentari.
Maggioranza in vantaggio in 3 commissioni parlamentari su 14 in Senato. Quasi nulla. È questa la situazione attuale del governo alla luce dell’uscita di Italia viva dall’esecutivo. La fiducia relativa ottenuta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Senato, con 156 voti favorevoli, provoca una certa ingovernabilità. Ma non solo a Palazzo Madama. Anche le commissioni della Camera sono a rischio, nonostante in Aula il premier abbia raggiunto la maggioranza assoluta.
Infatti nonostante le commissioni debbano “rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari”, in alcuni casi è possibile che si creino delle situazioni di squilibrio tra Aula e commissioni. Come in questo caso. Ma qual è la situazione? Tutto dipende dalla posizione che decideranno di assumere i renziani. Pur essendosi astenuti dal voto sulla fiducia, facendo così ottenere almeno una maggioranza relativa a Conte, i parlamentari di Italia viva presenti nelle commissioni potrebbero schierarsi con l’opposizione. La conseguenza, sarebbe un’ingovernabilità quasi totale.
La situazione del governo nelle commissioni parlamentari
Le commissioni parlamentari del Senato
Posto che gli esponenti al seguito di Matteo Renzi, leader di Italia viva, votino con l’opposizione, la maggioranza sarebbe in vantaggio solo in 3 delle 14 commissioni del Senato. Si tratta di quelle per Finanze, Agricoltura e Lavoro. Altre quattro – Affari costituzionali, Bilancio, Industria e Politiche dell’Unione europea – potrebbero vivere una situazione di parità. Nelle restanti sette, invece, il governo si troverebbe irrimediabilmente in svantaggio. Con il rischio di perdere il potere decisionale. Sono le commissioni di Giustizia, Affari esteri, Difesa, Istruzione – con a capo Riccardi Nencini, che fa parte del gruppo parlamentari di Renzi ma ha votato la fiducia al premier -, Lavori pubblici, Sanità – presieduta da Italia viva – e Ambiente.
Le commissioni parlamentari della Camera
Leggermente migliore è la situazione delle commissioni parlamentari alla Camera. Ma pur sempre problematica. Sempre nel caso in cui i renziani si schierassero dalla parte dell’opposizione. Qui infatti il governo sarebbe in vantaggio in 8 commissioni su 14. Vale a dire Bilancio, Finanze, Cultura, Ambiente, Lavoro, Affari Sociali, Agricoltura, Politiche dell’Unione europea. In altre quattro – Affari costituzionali, Giustizia, Difesa, Esteri – si partirebbe con una situazione di parità. Infine nelle due commissioni di Trasporti e Attività produttive i giallorossi sarebbero in minoranza.
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Perché la maggioranza nelle commissioni parlamentari è così importante per governare
L’importanza di poter contare su una maggioranza nelle commissioni parlamentari è direttamente collegata alla governabilità di un Paese. Le commissioni infatti ono fondamentali per il funzionamento del Parlamento, perché rappresentano il centro del processo legislativo. È scritto sul sito della Camera: “nelle proprie materie di competenza, le commissioni permanenti svolgono funzioni legislative, conoscitive, di indirizzo e di controllo”.
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In altre parole, costituiscono il luogo in cui si svolge la maggior parte del lavoro sugli emendamenti dei disegni di legge, si trovano compromessi e accordi politici. Oltre a questo, le commissioni possono stabilire in autonomia il calendario dei lavori. Questo significa che hanno il potere di velocizzare – o in questo caso di rallentare – l’iter di un disegno di legge. Impantanando così l’esecutivo.