Conte deve allargare la maggioranza di governo: ecco a chi può rivolgersi

L’obiettivo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte è raggiungere la maggioranza assoluta in Senato: gli mancano cinque parlamentari.

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Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, nell’Aula del Senato. Credit: WebTv Senato

Conte alla riscossa. Continua l’impegno del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per trovare i cinque parlamentari che gli farebbero raggiungere la maggioranza assoluta in Senato. L’unico modo per assicurare la governabilità all’esecutivo giallorosso. Con la sua maggioranza relativa – i 156 voti che gli hanno fatto ottenere la fiducia in Aula – il premier rischia di passare i prossimi mesi a discutere, piuttosto che andare avanti con il progetto di ripresa dell’Italia dopo la pandemia. Per questo dopo il voto a Palazzo Madama – martedì 19 gennaio – l’inquilino di Palazzo Chigi si è dato 10 giorni per rimpolpare il gruppo dei suoi sostenitori. Ma le cose cambiano in fretta: la notizia che Lorenzo Cesa, segretario Udc, sia indagato in un’inchiesta sulla ’ndrangheta rende i centristi inavvicinabili, soprattutto per gli esponenti del Movimento 5 stelle. E allora, forte della situazione, si è rifatto avanti Matteo Renzi, leader di Italia viva. Lo stesso fautore della crisi.

Le opzioni di Conte

Tornare con Renzi

In questi giorni il premier potrà valutare diverse opzioni. Poi, dovrà necessariamente scegliere la strada da seguire. La prima possibilità per tornare ad assicurare la stabilità all’esecutivo è fare un passo indietro nei confronti di Renzi, nonostante le chiusure annunciate dai cinquestelle e dallo stesso Conte nei confronti di Italia viva dopo il ritiro delle ministre Bellanova e Bonetti dalla squadra di governo. Il rientro dei parlamentari renziani nella maggioranza farebbe toccare al governo quota 172. L’esecutivo sarebbe in una botte di ferro. Lo strappo causato dal leader di Iv, tuttavia, potrebbe essere impossibile da ricucire.

“Rubare” i parlamentari di Renzi

Un’altra possibilità per Conte potrebbe essere quella di convincere i parlamentari di Italia viva a tornare nel Partito democratico, rientrando a far parte della maggioranza di governo. La stessa scelta fatta dal giornalista Tommaso Cerno, che lo scorso martedì ha contribuito a salvare il presidente del Consiglio dalla caduta del governo. E simile a quella del senatore del Psi Riccardo Nencini, che aveva messo a disposizione di Renzi il proprio simbolo per poter formare un gruppo parlamentare e poi gli ha voltato le spalle schierandosi con i giallorossi.

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Creare un nuovo gruppo parlamentare

L’ipotesi della nascita di un nuovo gruppo parlamentare è anch’essa un possibilità. Anche se sembra diventare sempre più remota. Innanzitutto perché è saltata l’opzione centristi. Con l’inizio delle indagini preliminari per l’inchiesta del procuratore Gratteri a Catanzaro, che coinvolgono l’Udc, Conte dovrebbe capire dove andare a pescare nuovi senatori che lo appoggino. L’unica scelta sarebbe il neo gruppo Maie-Italia 2023, creato il 15 gennaio dall’avvocato Fantetti e dal sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo, con l’obiettivo specifico di “creare uno spazio politico di centro che ha come riferimento Giuseppe Conte”. Al momento, tuttavia, conta sono 5 iscritti e hanno già votato tutti la fiducia al premier.

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Il voto anticipato

Infine il presidente del Consiglio, forte degli ultimi sondaggi elettorali di Swg per cui un suo potenziale partito potrebbe ottenere il 12 per cento, potrebbe osare. Mandare tutto all’aria, far cadere il governo, dimettersi e consentire così le elezioni anticipate. Ma, con ogni probabilità, questa resterà l’ipotesi più remota. Innanzitutto perché il premier ha già espresso la sua contrarietà ad andare alle urne in piena pandemia, ma questa potrebbe essere solo una scusa per evitare il voto. Un’idea più realistica è che Conte – ma anche Pd e M5s – non vogliano rischiare di perdere contro il centrodestra.

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Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, in Aula. Credit: WebTv Senato
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