I due ventotenni aretini di Castel Fibocchi, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, tornano sotto processo in appello bis per la morte di Martina Rossi, la studentessa ventenne genovese morta cadendo dal balcone di un hotel a Palma di Majorca il 3 agosto 2011.
Questo quanto deciso dalla Cassazione che ha annullato le assoluzioni dei due imputati emesse dalla Corte di Appello di Firenze che ora deve riesaminare il caso. In primo grado i due giovani erano stati condannati a sei anni di reclusione per tentata violenza sessuale e morte come conseguenza di altro reato.
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Il commento del legale
“Posso dire solo evviva. È una decisione giusta. Oggi in aula eravamo io come legale storico di Bruno Rossi e i colleghi Stefano Savi e il professor Enrico Marzaduri. Posso dire che siamo soddisfatti”. Così Luca Fanfani, legale della famiglia di Martina Rossi.
Il papà di Martina
“Ce l’abbiamo fatta. Era indispensabile questo annullamento per fare chiarezza”. Così Bruno Rossi, papà di Martina commenta la sentenza della Cassazione sulla morte della figlia. “Adesso si lavora per avere il minimo di giustizia. Martina non me la ridarà nessuno, ma almeno si saprà cosa è successo quella notte. Ci hanno provato in tutti i modi a distruggere me e mia moglie. A raccontare un’altra storia. Ma io sono più duro di loro e non ho mai ceduto”.
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“Avevo una forte delusione dopo la sentenza d’appello. Quelle motivazioni – ha aggiunto il papà di Martina – hanno cancellato il lavoro della polizia, dei primi giudici. Pensare poi che quelle motivazioni le ha scritte una donna non riesco a mandarlo giù. Non ha pensato che poteva succedere anche a lei, alle sue figlie? Si mettono le scarpe rosse e poi quando hai la possibilità di punire chi fa del male a una donna, fai le cose diversamente”. “Adesso bisogna lottare contro il tempo per evitare la prescrizione – conclude Rossi – e arrivare a ristabilire la verità per Martina, perché se lo merita”.