Sulla campagna di vaccinazione Massimo Scaccabarozzi tranquillizza: “Il vaccino J&J sarà disponibile a marzo, con 27 mln dosi destinate all’Italia. Il farmaco sarà monodose e si potrà conservare in normali frigoriferi.
“Siamo a buon punto, abbiamo concluso gli studi clinici, i dati sono in fase di studio e siamo in attesa dei risultati: il vaccino dovrebbe arrivare entro fine marzo”. Queste le parole di Massimo Scaccabarozzi, presidente della Fondazione Johnson & Johnson, che si è espresso in merito al vaccino sviluppato dalla casa farmaceutica. “La sperimentazione è terminata” ed è “già iniziata l’analisi dei dati da parte dell’Ema (l’Agenzia europea del farmaco, ndr.)”, ha sottolineato il presidente. Al momento sono “27 milioni le dosi per l’Italia, secondo gli accordi firmati con la Commissione europea”.
Il vaccino di J&J sarà decisivo?
Invita all’ottimismo Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato per l’Italia di Janssen, farmaceutica del gruppo J&J, impegnata nella produzione delle dosi di vaccino contro il Covid-19. In un intervento a The Breakfast Club, su Radio Capital, il presidente ha infatti sottolineato come si conti di poter metter mano sulle prime fiale “tra marzo e aprile“. Scaccabarozzi ha inoltre ricordato come “il vaccino sarà monodose, e si potrà conservare in normali frigoriferi”.
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Anche grazie a queste sue due importanti caratteristiche, per molti esperti il farmaco di J&J potrebbe diventare l’arma decisiva nel corso della campagna vaccinale 2021. Un’arma che, essendo conservabile più facilmente rispetto ai suoi concorrenti al momento autorizzati, potrebbe restringere sensibilmente la portata della pandemia. Del resto, per conservare le dosi non sono necessari speciali congelatori; inoltre, per garantire la copertura totale contro la malattia, è necessaria soltanto una somministrazione per paziente.
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Vantaggiosa, poi, anche la sua durata. Non essendo un vaccino a mRNA (come lo sono, invece, quelli di Pfizer e Moderna), può rimanere in un normale frigorifero fino anche a tre mesi. “Questo è un grande vantaggio“, afferma Thomas Russo, professore e capo del dipartimento di malattie infettive presso la University at Buffalo di New York. Rispetto agli altri vaccini, si tratta di un farmaco molto più comodo e semplice da gestire per gli ambulatori e gli studi medici impegnati nella campagna di immunizzazione.