La duchessa di Sussex continua, per tramite dei suoi avvocati, la vertenza contro il giornale che pubblicò la sua lettera al padre. Ecco la testimonianza.
A gennaio è ripresa l’azione legale di Meghan Markle e del team di avvocati che l’assiste contro l’Associated Newspapers Limited, rea secondo i duchi di aver pubblicato stralci di una lettera che la moglie del principe Harry scrisse al padre Thomas.
In particolare i Sussex accusano il Mail on Sunday di aver divulgato una comunicazione privata e di aver pubblicato stralci ad hoc per dare della duchessa un’immagine negativa e costruirci sopra una trama che la mettesse in cattiva luce. I Sussex hanno denunciato gli editori non solo per l’invasione della privacy ma anche aver infranto i diritti d’autore della duchessa sulla propria corrispondenza.
Gli avvocati dell’Associated Newspapers hanno contrattaccato evidenziando come la lettera fosse considerata talmente poco privata da essere stata redatta da Meghan e Harry con l’apporto di quello che era allora il loro segretario a Kensington Palace, Jason Knauf. Non solo. Secondo gli editori, amici della Markle sapevano della lettera e l’avrebbero fatta avere alla rivista americana People. La stessa lettera era intesa a diventare pubblica prima o poi, secondo gli intenti appena celati dei Sussex.
Il team legale dell’Associated Newspapers ha lasciato chiaramente intendere che Meghan non solo non tenesse alla propria privacy ma fosse pronta a darla in pasto a pubblicazioni più favorevoli accusandola di aver collaborato alla biografia Finding Freedom di Omid Scobie. Alla fine del 2020 il processo è stato rinviato al 2021 ma non è detto che si debba arrivare a dibattere in aula.
Meghan Markle e Harry vorrebbero evitare di darsi in pasto alla giustizia e gli avvocati della duchessa avrebbero perciò deciso di far ricorso al cosiddetto giudizio sommario che le eviterebbe di subire un interrogatorio al banco dei testimoni. Tuttavia la disputa sta procedendo “da remoto” con testimonianze a distanza e collegamenti telematici tra martedì 19 e mercoledì 20 gennaio, durante i quali gli avvocati dei Sussex hanno ribattuto alle accuse degli editori e dei loro legali.
Justin Rushbrooke, legale della duchessa, ha indicato come “pura immaginazione” l’ipotesi che i Sussex avessero scritto la lettera con l’intenzione di renderla pubblica prima o poi. Ha descritto l’azione del Mail on Sunday contro la sua assistita come un’aggressione in piena regola “alla sua vita privata, alla sua famiglia, alla sua corrispondenza privata”. Ha ribadito che il solo fatto di aver scritto quella lettera l’aveva messa in una posizione “rischiosa e vulnerabile” confermando che a scrivere la lettera era stata la stessa la stessa Meghan sul proprio iPhone. L’intervento di Knauf sarebbe stato solo secondario e a maggior tutela della privacy della Markle.
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