Un uomo algerino, di 49 anni, arrestato con l’accusa di stupro, dopo 14 anni dichiara: “Non sono stato io”. È così che si dichiara innocente, durante un’interrogatorio svolto ieri. L’uomo era stato arrestato a Milano nell’agosto 2006, accusato di aver violentato una donna di 41 anni. Il 49enne ha negato, ma una corrispondenza tra il suo Dna e quello ritrovato su un mozzicone di sigaretta presente sul luogo della violenza lo riconoscono come colpevole.
L’accusa di violenza
I fatti risalgono al 20 agosto del 2006, quando alle 6 del mattino la vittima si presentò alla clinica Mangiagalli, raccontando di essere stata aggredita alla fermata dell’autobus, mentre andava al lavoro. La donna ha raccontato che le si era avvicinato un uomo, con la scusa di chiederle l’ora. L’aveva poi bloccata e costretta, dietro minacce, a seguirlo in una zona defilata, dove poi si era consumata la violenza sessuale. La 41enne ha raccontato anche di essere stata minacciata con una grossa pietra. Per l’uomo, quindi, le accuse sono di violenza sessuale e rapina, entrambe aggravate, come sottolineano il procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo.
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L’accusa di rapina
Prima di allontanarsi, l’uomo le ha anche rubato una catenina d’oro, 20 euro e il cellulare. La Scientifica ha raccolto poi i mozziconi di sigaretta su cui era stato trovato il Dna identico a quello emerso da un tampone sulla vittima. Finora, non era stato possibile rintracciare l’autore e le indagini erano state archiviate. Il 30 novembre 2020, a distanza di 14 anni, il Ris di Parma ha comunicato che la Banca Dati Nazionale Dna aveva accertato un match tra il profilo del Dna maschile trovato all’epoca e quello estrapolato dal tampone salivare eseguito all’indagato a San Vittore. È stato così possibile riaprire le indagini che hanno portato all’arresto, anche se l’uomo continua a dichiararsi innocente.