La nuova assessora regionale al Welfare e alla sanità chiede una distinzione sulla suddivisione dei vaccini anti-Covid in base al PIL
Non tutte le Regioni sono uguali e di conseguenza anche le loro esigenze sono differenti anche per quanto riguarda la spesa pubblica per la sanità e di conseguenza i vaccini.
Vaccini, la Lombardia vuole più dosi
Una delle ultime argomentazioni che riguardano il modo in cui le varie regioni stanno affrontando la campagna nazionale di vaccini anti-Covid è non solo il numero di vaccinazioni che vengono effettuate ma anche il numero di dosi disponibili. La Lombardia, nonostante le potenzialità di un sistema sanitario regionale sicuramente molto competitivo, è una delle regioni che sta affrontando le più grandi difficoltà. Dal Pirellone le accuse vanno a un numero di dosi insufficienti e a una distribuzione inadeguata.
Letizia Moratti, nominata da pochi giorni assessore regionale al Welfare al posto di Giulio Gallera, ha avanzato una proposta che fa discutere. Più dosi di vaccino per le regioni più produttive: tutto in rapporto al PIL. Ma la cosa non è piaciuta al ministro della sanità Speranza.
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Moratti contro Speranza
Letizia Moratti, ex sindaco di Milano e ora anche vicepresidente della Regione Lombardia avrebbe indicato nel PIL regionale il parametro in base al quale ‘dosare’ la quantità di vaccini disponibili. La risposta del ministro Speranza non si è fatta attendere. Con un tweet il ministro della salute ha bocciato l’idea: “Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più”.
La discussione sui social è stata molto vivace sull’argomento.
Intanto Letizia Moratti porta avanti la richiesta di sospendere per 48 ore la zona rossa cui la Lombardia è stata sottoposta da domenica, per una rielaborazione dei dati che secondo la Giunta lombarda non sarebbero corretti.