Lo studente dell’università di Bologna, in carcere in Egitto da quasi un anno, con l’accusa di propaganda sovversiva su internet, dovrà rimanere in carcere per altri 15 giorni, prolungata quindi ulteriormente la sua pena.
La comunicazione all’Ansa da parte della sua legale Hoda Nasrallah. “Quindici giorni”, ha risposto al telefono l’avvocatessa alla domanda su cosa fosse stato deciso all’udienza dell’altro ieri. “Ci si aspettava una scarcerazione”, si è limitata ad aggiungere Hoda.
Rischia fino a 25 anni di carcere
“No”, ha risposto la legale di Zaki al telefono rispondendo alla domanda se il prolungamento di 15 giorni – invece dei 45 previsti – abbia qualche significato e possa far sperare in una scarcerazione. “Aspettiamo”, ha poi aggiunto Nasrallah. Dopo una prima fase di cinque mesi di rinnovi quindicinali ritardati dall’emergenza Covid, ora il caso di Patrick è in quella dei prolungamenti di 45 giorni. Il 29enne era stato arrestato in circostanze controverse il 7 febbraio scorso e, secondo Amnesty, rischia fino a 25 anni di carcere. La custodia cautelare in Egitto può durare due anni.
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Quei dieci post su Facebook
Le accuse a suo carico sono basate su dieci post di un account Facebook che i suoi legali considerano dei ‘fake’ ma che per le autorità egiziane hanno configurato fra l’altro i reati di “diffusione di notizie false, l’incitamento alla protesta e l’istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”. Patrick, attualmente detenuto nel settore per indagati del carcere cairota di Tora, stava compiendo studi all’Alma Mater bolognese in un Master biennale in studi di genere ed era stato arrestato al momento di rientrare in Egitto per una vacanza.