Aveva 96 anni, era stato recentemente ricoverato. Parlamentare per sette legislature, aveva anche diretto l’Unità.
Lo storico dirigente del Pci Emanuele Macaluso è morto a Roma all’età di 96 anni. Nato a Caltanissetta, Macaluso si iscrisse al Partito Comunista d’Italia prima della fine del Regime fascista. Iniziò la sua carriera politica nel 1951 come deputato regionale siciliano del Partito Comunista Italiano. Membro della corrente migliorista del partito, di cui faceva parte anche Giorgio Napolitano, nel 1960 entrò nella Direzione del partito. Fu alla guida della Cgil siciliana con Di Vittorio, nel comitato centrale del Pci con Togliatti, capo dell’organizzazione con Longo, direttore dell’Unità con Berlinguer dal 1982 al 1986, parlamentare nazionale per sette legislature (1963-1992): un percorso politico ed umano attraverso la storia italiana del ‘900, e non solo. Per quindici anni, fino alla chiusura nel 2010, fu direttore del mensile “Le ragioni del socialismo”, ed editorialista de Il Riformista dal 2011 al 2012.
Come amava ricordare lui stesso, Macaluso divenne comunista in seguito a una malattia: “Una notte cominciai a vomitare sangue. Mi portarono in sanatorio. Tubercolosi. Mi facevano dolorose punture di aria per immobilizzare i polmoni, nella speranza che la ferita guarisse. Quasi tutti i ragazzi che erano con me morirono. Io sognavo di arrivare a trent’anni. Il sanatorio era in fondo al paese, da lontano si vedevano i passanti con il fazzoletto premuto sulla bocca. L’unico amico che mi veniva a trovare, Gino Giandone, era comunista”, raccontò nel corso di una intervista. Prese la tessera del Pci nel 1941, quando il partito era in clandestinità.