In Tunisia continuano gli scontri in varie città. Schierato l’esercito per proteggere le istituzioni e prevenire il caos.
Diversi governatorati del Paese hanno schierato l’esercito “al fine di proteggere le istituzioni e prevenire qualsiasi atto di caos”. Ad affermarlo Mohamed Zekri, portavoce del ministero della Difesa, alla radio locale Mosaique Fm, precisando che i militari sono attualmente schierati a Siliana, Kasserine, Bizerte e Sousse. L’esercito è chiamato a supportare le forze di sicurezza nazionale, costrette ad un duro lavoro per controllare l’ordine pubblico nella terza serata di scontri tra giovani e polizia in diverse città del paese.
Anche la sera scorsa, malgrado il lockdown, in molte città della Tunisia, sono ripresi disordini e scontri tra gruppi di giovani e forze di sicurezza. A Cité Ettadhamen, Mnihla e al Intilaka, sobborghi popolari della capitale. Ma anche a Sbeitla, Beja, Kasserine, Jelma, Menzel Bouzalfa, Sousse, Gafsa, Biserta, Sidi Bouzid, Korba, Tebourba. In gran parte di queste località le forze dell’ordine hanno dovuto usare gas lacrimogeni per disperdere gli “agitatori”.
I giovani, definiti “saccheggiatori” dalle autorità, in qualche post sui social definiscono queste azioni come una rivoluzione degli “affamati” e urlano slogan contro i governanti. L’Associazione tunisina dei giovani avvocati in un comunicato annuncia il proprio sostegno ai movimenti sociali ma chiede che siano evitati i saccheggi e che le proteste rimangano pacifiche.
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L’Associazione accusa le tre presidenze (del governo, del parlamento e della Repubblica) di essere all’origine dei problemi e di non fare nulla per affrontarli. Anche uno dei sindacati studenteschi, l’Unione Generale degli Studenti universitari della Tunisia (Uget), di sinistra, si è schierato a
favore delle proteste.
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Il numero di giovani manifestanti arrestati in Tunisia è salito a 600 al terzo giorno di proteste. L’informazione è stata resa nota dai ministeri dell’Interno e della Difesa, che hanno annunciato il dispiegamento dell’esercito in diverse città per bloccare le proteste. In totale sono state arrestate 632 persone tra 15, 20 e 25 anni che, secondo il portavoce del ministero dell’Interno Khaled Hayouni, “hanno bruciato pneumatici e cassonetti per bloccare le forze di sicurezza”.
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