I tentativi di suicidio tra i giovanissimi sono aumentati del 30 per cento, stando a quanto dichiara il primario del Bambino Gesù di Roma.
Un aumento del 30 per cento dei casi di tentato suicidio tra i giovanissimi. È questo il dato diffuso da Stefano Vicari, primario dell’unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. Al pronto soccorso della struttura, ha spiegato il medico, è stata registrata una media un ricovero al giorno per “attività autolesionistiche”. E nel 90 per cento dei casi si tratta di giovanissimi che hanno un’età tra i 12 e i 18 anni. L’incremento, come ha aggiunto Vicari, è dovuto alla pandemia e alle restrizioni anti Covid: i pazienti che arrivano al Bambino Gesù, “dicono che gli manca la scuola e lo sport“.
Alla luce di questi dati suonano ancora più agghiaccianti le parole proferite dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, alla fine di ottobre 2020. Il governatore, in una delle sue ormai famose dirette Facebook, aveva esplicitamente preso in giro la volontà di tornare a scuola di un bambino, resa nota dalla protesta di sua madre. Ma perché lo aveva fatto? Facciamo un passo indietro. Con l’arrivo della seconda ondata di coronavirus, la Campania era stato il primo territorio a richiudere i cancelli degli istituti scolastici e riprendere l’attività didattica a distanza. La decisione aveva scatenato non poche polemiche tra i genitori della Regione.
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Tra questi era emerso il caso di una mamma che, intervistata, aveva raccontato la disperazione del suo bimbo perché voleva andare a scuola. A tali parole, invece di rispondere con la comprensione per una situazione complessa sia per i genitori sia per i figli, De Luca aveva risposto con la presa in giro. “Non ho incontrato una mamma che avesse dichiarato: con questi dati di contagi io porto i miei figli a scuola? No, ho visto una mammina con una bella mascherina di tendenza, occhi fuggitivi, dire ad un intervistatore tv ‘la mia bimba è venuta da me piangendo e mi ha detto mamma voglio andare a scuola per imparare scrivere1’. Credo che sia l’unica d’Italia che piange per andare a suola e che dà pure la motivazione, mi mancano gli endecasillabi. È un ogm (organismo geneticamente modificato, ndr) cresciuta dalla mamma con latte al plutonio“, aveva detto in diretta nazionale il governatore.
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Il giorno successivo alle dichiarazioni del presidente della Campania, la mamma in questione aveva rilasciato nuove interviste in cui aveva chiarito alcuni aspetti. A partire dal fatto che non si trattava di una bambina ma bensì di suo figlio di 6 anni. Aveva detto la madre: “(Il presidente De Luca, ndr) non deve chiedere scusa a me, bensì a tutte le mamme, anzi a tutti i genitori che vivono un momento drammatico e su cui si fa sarcasmo gratuito. Con poche parole è riuscito ad offendere un intero popolo, quello della scuola”. Il caso aveva già sollevato diverse polemiche nel momento in cui era avvenuto. Ma di fronte alla notizia che la mancanza della scuola potrebbe portare gli studenti a soffrire di una depressione che li istiga al suicidio, la parole di De Luca non risultano solo offensive. Sono anche pericolose.
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