Sondaggi: Italia Viva crolla al 2,4%, cresce Forza Italia

La decisione di Matteo Renzi di innescare la crisi di governo sembra non pagare: i sondaggi vedono crollare Italia Viva, mentre premiano – a sorpresa – Forza Italia.

La prima reazione, forse troppo “a caldo” ma comunque da tenere in considerazione, dice a Matteo Renzi di stare attento: gli italiani non stanno comprendendo la sua strategia. Lo dicono i sondaggi, che raccontano di una pericolosa caduta libera di Italia Viva. Al momento infatti solo il 2,4% degli italiani, in caso di voto, darebbe la sua fiducia al partito di Renzi. Poco, troppo poco: con questa percentuale Italia Viva non entrerebbe nemmeno in parlamento, visto che la soglia di sbarramento è al 3%. Le rilevazioni, condotte da Ipsos per il Corriere della Sera, lanciano un monito a Renzi ed ai suoi parlamentari, ma non solo: descrivono anche una significativa ripresa di Forza Italia ed in generale confermano come il centro-destra, in caso di voto, potrebbe vincere con una certa facilità.

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Secondo le percentuali rilevate da Ipsos, infatti, la Lega (23,1%) più Fratelli d’Italia (15%) più Forza Italia in grande ripresa (10,2 %, un livello di gradimento che non raggiungeva da anni) potrebbero contare su un 48,3% che sa tanto di maggioranza solida e pronta a governare. D’altro canto, sempre secondo Ipsos, Renzi non è l’unico a perdere (anche se è quello che perde più di tutti). Anche il Pd lascia per strada qualcosa, uno 0,3% circa, che lo portano al 19,9%. Cresce invece il Movimento 5 Stelle, che dopo il crollo registrato nella prima parte del 2020 sembra in crescita: 16,3%, che sembra rappresentare il livello di gradimento politico effettivamente raggiungibile oggi dai grillini.

La prima evidenza che emerge è naturalmente quella della discesa delle percentuali di gradimento di Italia Viva: pur con tutte le cautele del caso si potrebbe iniziare a ragionare sul fatto che le scelte di Renzi siano state controproducenti per il suo partito. La maggior parte degli interpellati ha infatti ridotto la questione ad uno scontro tra lui e Conte, o in generale ad un tentativo di strappare vantaggi che tardavano ad arrivare attraverso i normali canali di contrattazione politica. Un tipo di analisi che va a svilire i contenuti delle richieste di Matteo Renzi, che comunque è entrato nel merito delle questioni: in particolare sulla gestione del Recovery Fund.

Ma evidentemente la percezione degli italiani va in un’altra direzione: in un momento così delicato, c’era bisogno di una crisi di governo? Questa sembra essere la valutazione, che in qualche modo viene confermata dall’atteggiamento di grande chiusura mostrato da Renzi. Il risultato è una situazione di grande incertezza, che onestamente è difficile immaginare come si risolverà. Da una parte c’è la difficoltà di immaginare un ritorno al voto in questa situazione pandemica; dall’altra però c’è il timore che, tra “responsabili” e “costruttori”, si finisca in una palude di maggioranze variabili assolutamente incapaci di gestire una fase storica di estrema delicatezza. Sopratutto in relazione ai soldi in arrivo dall’Europa: è una occasione che non ricapiterà, e fallirla sarebbe il peggiore dei mali per l’Italia.

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