Pfizer e BioNTech studiano un “piano” per per limitare di una settimana i ritardi nella consegne. Intanto Orban accusa l’Ue e ordina il vaccino cinese. Dosi di Sinopharm anche in Serbia
La casa farmaceutica americana Pfizer ha annunciato un “piano” che dovrebbe consentire di limitare a una settimana i ritardi nella consegna del vaccino contro il Covid-19 sviluppato con BioNTech. L’obiettivo è rassicurare l’Ue.
Quest’ultima, infatti, è in apprensione per l’annuncio dell’azienda “che le consegne di dosi sarebbero diminuite per tre o quattro settimane”. Pzifer, con scarso preavviso, aveva infatti avvisato Bruxelles che le dosi consegnate nei 27 Paesi sarebbero diminuite a causa dei lavori necessari ad aumentare la capacità produttiva dello stabilimento di Puurs, vicino ad Anversa.
Pfizer e BioNTech hanno annunciato un aumento della “capacità di produzione in Europa” che “fornirà dosi significativamente maggiori nel secondo trimestre. Torneremo al programma originale per le consegne nell’Unione europea a partire dalla settimana del 25 gennaio, con un aumento delle consegne a partire dalla settimana del 15 febbraio”, si legge in una nota. “Per fare questo ora sono necessari alcuni cambiamenti nei processi di produzione“.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, dopo aver contattato l’ad di Pfizer ha inoltre rassicurato gli Stati membri, sottolineando che simili ritardi sono normali e accadranno anche in futuro. I governi di Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia e Svezia hanno però scritto una lettera congiunta alla Commissione. Questi Paesi esprimono “seria preoccupazione” e parlano di una situazione “inaccettabile” che mina la “credibilità del processo di vaccinazione”.
A parlare di ritardi di “tre o quattro settimane” era stato anche il ministero della Salute tedesco. Le aziende assicurano però che il sito di Puurs “subirà una riduzione temporanea del numero di dosi erogate nella prossima settimana”.
Intanto, l’Ungheria di Viktor Orban ha accusato l’Ue per le “procedure scandalosamente lente di acquisto del vaccino”. Orban ha anche stretto un accordo con la cinese Sinopharm per l’acquisto di un milione di dosi del vaccino, non ancora approvato dall’Ema. E un milione di dosi del vaccino cinese sono già arrivate a Belgrado. La Serbia comincerà a somministrarle dopo l’autorizzazione ufficiale, forse già oggi o domani.
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Nel frattempo, l’Agenzia norvegese del farmaco ha avvertito che “le comuni reazioni avverse ai vaccini con Rna messaggero, come febbre e nausea, potrebbero aver contribuito a un esito fatale in alcuni pazienti fragili”, dopo la morte di 23 anziani che avevano ricevuto il siero Pfizer. L’azienda americana e la sua partner tedesca BioNTech hanno contattato l’Agenzia norvegese per indagare sui decessi. Pfizer ha assicurato a Bloomberg che l’agenzia ha rilevato che “il numero di incidenti finora non è allarmante e in linea con le aspettative”.
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L’India, con i suoi 1,3 miliardi di abitanti, ha infine lanciato “la più grande campagna di vaccinazione del mondo”, con l’obiettivo di immunizzare 300 milioni di persone con due dosi nei primi sei/otto mesi. Si potrà scegliere tra il vaccino di Oxford/AstraZeneca e quello di Bharat Biotech, entrambi prodotti sul territorio nazionale.
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