Fornire di un documento che abilità al transito tra i paesi dell’Unione Europea tutti i vaccinati al Covid: è l’ultima ipotesi che si fa a Bruxelles
Se ne parla da alcune settimane. Il primo che aveva ipotizzato la proposta era stato il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis che aveva ipotizzato un passaporto europeo per tutti i cittadini comunitari vaccinati.
Un modo semplice e rapido per consentire a tutti gli abitanti dell’Unione Europea di muoversi liberamente da un paese all’altro dimostrando di essere stati vaccinati e dunque di non poter essere un ulteriore rischio di contagio. La cosa era stata studiata e messa al vaglio degli esperti. Ma è vero che, da una parte, i vaccinati possono essere al riparo da un eventuale infezione ma, a loro volta, possono essere veicoli di contagio.
Il problema non è tanto chi si trasferisce da un paese all’altro ma che cosa si trasferisce insieme a uomini e merci. E se aumenta il numero delle persone che passano le varie frontiere, proporzionalmente può aumentare il rischio che il virus possa continuare a propagarsi.
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Tuttavia, venerdì, la presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen aveva aperto a questa ipotesi definendola ‘una valutazione utile da considerare nell’immediato’.
“Accolgo con favore l’iniziativa del primo ministro greco su un certificato di vaccinazione riconosciuto da tutti i paesi dell’unione” aveva detto la Von Der Leyen. E la questione passa ora ai tecnici dell’UE e a un’eventuale approvazione. L’idea è quella di salvaguardare la libertà di movimento all’interno dell’area Schengen.
Il tema dovrebbe essere affrontato già questo lunedì, nel corso della prima nella videoconferenza dei ministri degli Affari europei e poi nel videosummit di tutti i leader UE, previsto per giovedì 21 gennaio. I tempi di attuazione potrebbero essere brevi.
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La volontà non è quella di rendere il vaccino obbligatorio per chi viaggia, ma di agevolare il transito di chi deciderà di sottoporsi al vaccino. Il ritmo delle vaccinazioni aumenta, ma non abbastanza rapidamente per pensare che tutto possa essere attuato in tempi brevissimi.
Ursula Von der Leyen tuttavia stringe i tempi: “Si tratta di una decisione politica e giuridica utile a tutti e che dovrebbe essere discussa in breve a livello europeo – detto ieri la presidente della Commissione Europea a Lisbona – l’idea di avere un requisito medico valido che dimostri che le persone sono state vaccinate è utile. Senza l’obbligo di schedare o di vincolare nessuno…”
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