Crisi di governo, è davvero tutta colpa di Italia Viva?

Gli occhi sono puntati su Italia Viva, accusata di aver aperto una crisi nel momento più sbagliato. Ma è davvero la sola ad aver sbagliato?

Lo aveva sottolineato il New York Times, uno dei più importanti quotidiani d’oltreoceano, qualche tempo fa: Giuseppe Conte ha sbagliato nella gestione dell’epidemia da Coronavirus in Italia. “Italy, Pandemic’s New Epicenter, Has Lessons for the World” , titolava l’articolo. Ovvero: “L’Italia, nuovo epicentro della pandemia, ha lezioni per il mondo”. Il quotidiano analizzava come il Covid-19 sia stato affrontato in Italia, elencando tutti gli errori commessi dal Governo. Si imputava all’esecutivo, in particolare, la colpa di aver sottovalutato la minaccia rappresentata dal Coronavirus durante i primi giorni dell’emergenza pandemica, quando il Covid iniziava a circolare. Sotto accusa anche i ritardi nell’attuazione delle ordinanze. E infatti, nonostante il 21 gennaio l’Oms avesse già diramato il primo rapporto epidemico sul nuovo Coronavirus che si stava diffondendo in diverse provincie cinesi,  lo stesso giorno il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ospitava una delegazione cinese guidata dal Ministro Luo Shugang per l’inaugurazione dell’anno della cultura e del turismo Italia-Cina.

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Passi falsi e ritardi che mettevano l’Italia, secondo il Nyt, nella condizione di poter fornire un modello, non favorevole, agli altri Paesi alle prese con la pandemia. Le critiche all’operato dell’Esecutivo sembrano essersi poi rafforzate man mano che, nonostante le misure prese, il virus non si arrestava. In particolare, il grido più forte è arrivato dal terzo settore. Commercianti, baristi, ristoratori, gestori di palestre: coloro che hanno abbassato la saracinesca costretti a interrompere il loro lavoro. E, quando l’hanno riaperta, sono stati sottoposti a cambi decisionali, prese di posizioni di governatori. Un apri e chiudi continuo, come se la gestione di un’attività fosse qualcosa da poter decidere da un secondo all’altro, senza pensare al preavviso, ai dipendenti, alla gestione di spese e bilanci. Bilanci caduti in rosso, molte attività hanno chiuso e più di qualcuno non ce l’ha fatta. Non sono bastati i bonus, le indennità: spiccioli, rispetto al danno ricevuto. Ed altri bonus, invece, sono stati ritenuti inutili e dati solo a vantaggio di altre categorie.

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Tutta colpa di Renzi?

La gente, dopo mesi e mesi di rinunce, è stanca. E non vede risultati dei sacrifici. Vede, però, promesse non mantenute. “Chiudiamo oggi, per riaprire domani”: il domani è arrivato, i contagi sono alti, e la vita economica del Paese è paralizzata. Ed è a questo punto che molti si domandano se la colpa dell’attuale crisi di governo sia davvero tutta di Matteo Renzi. Certamente, Italia Viva ha aperto la crisi nel momento peggiore e questa è la grave colpa del senatore di Iv, colpa che pagherà forse ad amaro prezzo. Ha sbagliato tempo. Ha sbagliato anche modo. Matteo Renzi sostiene di agire in nome dell’interesse del popolo italiano ma, stando ai sondaggi, non ne avrebbe diritto. Il suo partito ha percentuali minime, così minime da risultare incredibile addirittura che sia lì, nella maggioranza. E proprio perché dalla maggioranza, ci si aspettava coesione, impegno. Invece, l’ex dem ha fatto lo sgambetto approfittando dell’unica soluzione possibile, per lui, di tornare alla ribalta o quanto meno di provarci.

Il suo partito non ha speranze di salire al governo con il voto, e ci prova sgambettando. Una mossa da giocatore abile ma del resto i teatrini di Palazzo portano da sempre la firma di Renzi. Su questo, pochi sanno giocare come sa fare lui. Pochi sanno dire una cosa e poi venirne meno come riesce lui. Aveva detto di uscire di scena dopo il referendum. E invece è ancora qui. E certo, molti a Palazzo Chigi sono scontenti di Giuseppe Conte: un Conte-bis faceva dormire sogni tranquilli il PD e il M5s, quest’ultimo che – come Iv – al voto non avrebbe speranze. E c’è da ricordare, poi, che il  Conte II è nato sotto la regia di Matteo Renzi, che si è sentito forte. Tanto forte, da formare il suo partito per andare avanti da solo. Non c’è riuscito, però; e lo scoppio della pandemia ha alzato l’asticella di gradimento degli italiani nei confronti di Conte, almeno in una prima fase della pandemia  ( con dispiacere del Nyt). Qualcosa, quindi, doveva pur fare. E allora eccola, la carta: il Recovery. Ha aperto la partita, Matteo Renzi, nella partita. Ma non ha considerato la variabile. Una buona dose di fortuna aiuta i giocatori inesperti, ma quelli che giocano da tempo usano la logica. Verrebbe da dire, viste le critiche, che l’appoggio verso Renzi non c’è; né dalla politica né dagli italiani. Ma si aspetta martedì quando, in Senato, verranno fuori i “responsabili”.

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