La caccia ai responsabili potrebbe essere davvero la svolta per Giuseppe Conte. Numeri che potrebbero dargli una possibilità quando, la prossima settimana, l’ancora Presidente del Consiglio andrà in Senato a cercare la fiducia.
Giuseppe Conte pensa di potercela fare ed è per questo che ha scelto di non dimettersi e di presentarsi alla Camera lunedì e al Senato martedì. Lì, si giocherà la partita della crisi di governo aperta da Matteo Renzi. Ed è a quel punto che i “responsabili” diventano decisivi: esponenti politici che sostengano il Premier, dandogli fiducia e permettendogli di raggiungere i numeri necessari per rimanere dov’è. Giuseppe Conte ha bisogno della maggioranza assoluta, 161 voti: gliene mancano, cioè, 9. Stando a quanto trapelato fino ad ora, sarebbero 6 i parlamentari renziani che avrebbero deciso di sostenere il Premier, mentre altri 4 voti potrebbero arrivare da ex forzisti ed altri 2 da ex grillini. Il governo arriverebbe a quota 164, raggiungendo la maggioranza assoluta.
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Insomma, i responsabili potrebbero salvare Giuseppe Conte. Ma, in realtà, una maggioranza così composta non sembra essere una soluzione così palpabile. Certo, palpabile per Conte ma un po’ meno per l’Italia che, al contrario, necessiterebbe di decisioni rigide prese da un gruppo unito e coeso. Maggioranza spaccata, l’unione è venuta meno: ci ritroveremmo, così, ad un governo coalizzato, fatto di cose l’una sopra l’altra con l’unico scopo di salvare la torre.
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Ed è per questo che Giorgia Meloni insiste per andare al voto. La soluzione, ha detto la leader di Fratelli d’Italia ospite ieri sera da Bruno Vespa, a Porta a Porta, è passare la palla agli italiani. “Perché in Italia si esclude il voto? In America hanno votato, in Francia voteranno. In tutti i sistemi democratici si vota“, ha affermato Meloni. Al momento, però, l’ipotesi rimane la più remota ed è improbabile un ritorno alle urne in questa delicata fase storica che stiamo vivendo. Il centrodestra, tra l’altro, avrebbe tutti i vantaggi dal ritorno al voto: i sondaggi danno la Lega primo partito d’Italia; seguita da Fratelli d’Italia; e da Forza Italia. La destra, insomma, supererebbe il 50% delle preferenze e un ritorno al voto le darebbe vantaggio.
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