Giovanni Belloni, presidente di Simersa (Società italiana dei medici delle Rsa), durante un’intervista a La Repubblica ha espresso la sua opinione a proposito del fatto che molti dipendenti delle case di riposo non vogliono farsi vaccinare: “Se non si vaccinano, rischiano la sospensione per ben 8 mesi“.
Dopo aver incontrato circa 300 persone, Belloni fa il punto della situazione, soffermandosi sui motivi per cui si rifiuta il vaccino. “Ieri mattina un’inserviente mi risponde con un no secco: ho paura, non mi fido. E io: ma di cosa, non si fida? Risposta: delle multinazionali dei vaccini, lo fanno solo per i soldi. Altri mi rispondono che hanno paura degli effetti collaterali. A tal proposito, metto in gioco la mia esperienza: ho lavorato 38 anni al Policlinico San Matteo, sono stato presidente dell’ordine dei medici di Pavia. Dopo la pensione ho scelto di dedicarmi alle Rsa, da 8 anni lavoro nell’hospice di Broni, insomma, si fidano. Posso spiegare che gli effetti collaterali, se ci sono, sono minimi”. A questo punto, molti dipendenti si convincono, altri sono ancora scettici. “Un altro mi guarda e mi chiede: Mi spieghi perché questo vaccino è stato realizzato in così poco tempo. Per altre malattie ci sono voluti anni, qui si corre troppo. Un altro, invece è scettico e si domanda: perché il virus devo prendermelo proprio io?”.
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Il presidente Rsa deve chiarire alcuni aspetti: “La sperimentazione è valida, la vaccinazione indispensabile, che da tempo i parenti non possono visitare gli ospiti, quindi il contagio entra attraverso chi ci lavora: medici e infermieri, oss e asa. Queste persone lo introducono dall’esterno, dalle loro famiglie, dalla vita che conducono. Che prima dobbiamo difenderci noi, così lavoreremo più sereni e potremo aiutare gli ospiti. Purtroppo c’è una componente di ignoranza. Bisogna intervenire decisi. Si può rischiare la sospensione dal lavoro per 8 mesi. E qui bisogna distinguere tra i soggetti che non possono essere vaccinati, per ragioni sanitarie accertate: la presenza di un tumore in fase attiva, un problema di autoimmunità importante. Per loro, 8 mesi di sospensione retribuiti. Nel caso dei no-vax, stesso periodo di sospensione, ma non retribuito”.
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