Dopo aver ritirato le ministre di Italia viva, anche Matteo Renzi starebbe pensando a possibili scenari futuri per superare la crisi di governo. E dalle indiscrezioni riportate dal Messaggero emergerebbe un nome: Dario Franceschini. Secondo il quotidiano il leader di Italia viva sarebbe convinto che trovare un’altra maggioranza sia impossibile. Per questo resta viva l’ipotesi di un cambio premier.
Il leader di Italia viva Matteo Renzi durante la conferenza stampa di ieri ha annunciato il ritiro delle ministre di Italia viva, decretando così formalmente la crisi di governo. Ora arriva la parte peggiore: trovare un’alternativa. Più nello specifico, trovare una maggioranza in grado di sostenere il premier in carica senza ricorrere ai parlamentari di Italia viva, così come nelle intenzioni di Conte. Ma questa maggioranza esiste? Tante le ipotesi sui responsabili. Intanto Matteo Renzi – stando a quando riportato dal Messaggero – resta convinto di no. La speranza di Renzi è che, esclusa l’ipotesi urne, Conte dia le dimissioni. A quel punto si potrebbe finalmente procedere all’individuazione di un nuovo volto da fornire all’esecutivo, magari un premier del Pd o un governo tecnico.
Renzi avrebbe allora riferito ai suoi: “Io sono stato serio, ho fatto ciò che avevo annunciato e ho difeso la democrazia rispetto a un modo di far politica che è intriso di populismo. A questo punto non mi impicco sui nomi. Facciano loro. Può essere Franceschini o un altro, non m’importa: se vogliono tenersi Conte facciano pure. Il perimetro della maggioranza però deve restare quello attuale, dopo che sarà stato stretto un programma serio e concreto fino al 2023“. Anche se – avrebbe aggiunto Renzi – “il nonplusultra per me sarebbe vedere uno del Pd o un tecnico a palazzo Chigi“. Ma anche un Conte ter sarebbe una vittoria: il premier ne uscirebbe fortemente indebolito e costretto a cambiare la squadra di governo. Insomma, secondo Renzi il piano di mettere i populisti all’angolo sta dando i suoi frutti. A tutto questo si aggiungeranno, probabilmente, altre richieste nel caso in cui Iv dovesse entrar a far parte della trattativa sulla creazione di una nuova (vecchia) maggioranza: Mes, delega ai servizi, ridimensionamento del commissario Domenico Arcuri. Ogni richiesta, dalla prima all’ultima, sembra voler mettere in difficoltà Conte e, con lui, il Movimento 5 stelle.
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Ma, di nuovo, sembra che Matteo Renzi stia facendo i conti senza l’oste. Volente o nolente, il Movimento 5 stelle ha un peso consistente nelle trattative, così come nei numeri alle Camere. Il fatto che attualmente stia subendo la crisi, il fatto che appaia sempre più disgregato per questioni interne, non vuol dire che non possa trovare la forza almeno per osteggiare un gigantesco ridimensionamento di questo tipo. Intanto Pd e Movimento sembrano essersi allineati per blindare la figura di Giuseppe Conte. L’intento sarà trovare i responsabili necessari per tenerlo in piedi. Nel frattempo le forze di maggioranza alla Camera aderiscono alla richiesta dell’opposizione dopo il ritiro delle ministre di Iv: il presidente del Consiglio Conte deve riferire in Parlamento sugli sviluppi della crisi. Lo ribadisce il presidente dei deputati Pd Graziano Delrio, lo ribadiscono anche i capigruppo di LeU e Davide Crippa del M5s.
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