Belloni: “C’è componente di ignoranza. Chi non si vaccina, sospeso da Rsa per 8 mesi”

Giovanni Belloni, presidente di Simersa, si è espresso in merito al caso dei dipendenti delle Rsa no-vax: “Sospensione di 8 mesi per i dipendenti che non si vaccinano. C’è una componente di ignoranza, bisogna intervenire decisi”.

Belloni
foto di repertorio – meteoweek

Preoccupante il fenomeno a cui si sta assistendo da diversi giorni, in questa prima fase della campagna vaccinale. In alcune strutture socio-assistenziali per anziani della provincia di Pavia, infatti, una parte del personale avrebbe manifestato parere contrario alla vaccinazione. Questo atteggiamento avrebbe fatto scattare la reazione di Giovanni Belloni, medico pavese e presidente di Simersa (la Società italiana dei medici delle Rsa), cha ha perciò richiesto un parere legale in merito. Secondo quanto si apprende, per tutti i dipendenti della case di riposo che rifiutano il vaccino anti Covid può essere disposta una sospensione dal lavoro fino a 8 mesi.

Chiaramente, spiega il presidente, “bisogna distinguere tra i soggetti che non possono essere vaccinati, per ragioni sanitarie accertate: la presenza di un tumore in fase attiva, un problema di autoimmunità importante. Per loro, 8 mesi di sospensione retribuiti. Nel caso dei no-vax, stesso periodo di sospensione, ma non retribuito”.

Belloni: “Hanno paura, c’è una componente di ignoranza” 

Intervistato da La Repubblica, Giovanni Belloni si è espresso in merito alla complessa, “durissima” faccenda. “Ieri mattina – riferisce ai giornalisti – un’inserviente mi risponde con un no secco: ho paura, non mi fido. E io: ma di cosa, non si fida? Risposta: delle multinazionali dei vaccini, lo fanno solo per i soldi”. Come spiegato dal presidente di Simersa, infatti, gli operatori contrari al vaccino hanno paura degli eventuali effetti collaterali del farmaco, e credono che dietro la campagna si nasconda un ingente profitto delle aziende farmaceutiche a scapito della salute dei cittadini.

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“Il primo [dei motivi per cui viene detto no al vaccino, ndr.] è la paura degli effetti collaterali“, spiega infatti Belloni. “Sul punto metto in gioco la mia esperienza: ho lavorato 38 anni al Policlinico San Matteo, sono stato presidente dell’ordine dei medici di Pavia. Dopo la pensione ho scelto di dedicarmi alle Rsa, da 8 anni lavoro nell’hospice di Broni, insomma, si fidano. Posso spiegare che gli effetti collaterali, se ci sono, sono minimi. Molti si convincono”.

“Però – prosegue ancora l’esperto – stamattina uno dice: ‘mi spieghi perché questo vaccino è stato realizzato in così poco tempo. Per altre malattie ci sono voluti anni, qui si corre troppo’”. Per un suo collega, non a caso, “c’è un profitto sospetto da parte delle aziende farmaceutiche“.

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Lei capisce il livello. Spiego che la sperimentazione è valida, la vaccinazione indispensabile, che da tempo i parenti non possono visitare gli ospiti, quindi il contagio entra attraverso chi ci lavora: medici e infermieri, oss e asa. Che lo introducono dall’esterno, dalle loro famiglie, dalla vita che conducono. Che prima dobbiamo difenderci noi, così lavoreremo più sereni e potremo aiutare gli ospiti”, ha proseguito Belloni. E ha infine commentato: “Purtroppo c’è una componente di ignoranza. Uno ha detto: ‘perché il virus dovrei prenderlo proprio io?’ Perciò bisogna intervenire decisi”.

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