Siamo nel 2021 e ancora le discriminazioni sono forti in tutto il pianeta: sono 340 milioni i cristiani perseguitati nel mondo. Questo significa che 1 cristiano ogni 8 è perseguitato. La causa? Ragioni di fede. “I cristiani uccisi per ragioni legate alla fede, infatti, crescono del 60%”. A dare la notizia è l’ultimo rapporto di Porte Aperte, dove si è calcolato che, nell’ultimo anno, i cristiani uccisi sono stati 4.761 (in media 13 ogni giorno), le chiese ed edifici connessi attaccati o chiusi 4.488 (12 ogni giorno), i cristiani arrestati senza processo e incarcerati 4.277 (11 ogni giorno), i cristiani rapiti 1.710 (mediamente 4 al giorno). Secondo la stima del rapporto, i Paesi in cui i cristiani sono più a rischio sono: Corea del Nord, Afghanistan, Somalia, Libia, Pakistan, Eritrea, Yemen, Iran e India. La Nigeria resta la terra dei massacri. Inoltre, secondo Christian Nani, direttore di Porte Aperte, il Covid ha, per assurdo, “aggravato le vulnerabilità delle minoranze cristiane, aggiungendo ulteriori discriminazioni e pressione“. Il lockdown, dovuto alla pandemia, ha significato, infatti, essere chiusi in casa con il proprio persecutore. La famiglia che non accetta la fede del cristiano è spesso una delle fonti immediate di persecuzione. E, nonostante siamo nel XXI secolo, queste discriminazioni non cessano, anzi, sembrano esplodere con il corso del tempo.
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