Renzi ritira le sue ministre dalla squadra di governo e apre formalmente una crisi che gli italiani si aspettavano ma non comprendono.
La crisi di governo è formalmente aperta. Con le dimissioni delle ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, si chiude il cerchio delle minacce e dei bluff tra il leader di Italia viva Matteo Renzi e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che hanno caratterizzato l’agenda politica delle ultime settimane. La rottura meno comprensibile per i cittadini ormai è ufficiale e la confusione degli italiani cresce sempre di più. Dove vuole andare a parare il senatore di Rignano? Ha iniziato la discussione, l’ha continuata imperterrito, e l’ha conclusa nel peggiore dei modi: il ritiro degli esponenti di Italia viva dalla squadra di governo. E ora accusa il premier e gli scarica tutta la responsabilità della crisi. Forse teme che il numero uno di Palazzo Chigi alla fine abbia trovato davvero un gruppo di “responsabili” che possano sostituire i parlamentari renziani ed evitare di comprendere Iv in un eventuale Conte ter.
La conferenza stampa alla Camera di Italia viva
“La crisi politica è aperta da mesi”
Subito dopo aver annunciato le dimissioni delle sue due ministre e del sottosegretario degli Esteri, Ivan Scalfarotto, in conferenza stampa Renzi ha pensato di scrollarsi di dosso la responsabilità delle sue azioni. “Il senso di responsabilità consiste nell’affrontare i problemi, non a nasconderli”, ha detto il leader di Iv. E ha dunque continuato: “Siamo consapevoli che la nostra responsabilità è quella di dare risposte al Paese. La crisi politica è aperta da mesi, non è aperta da Italia viva“. In effetti, prima dell’inizio della discussione sul Recovery Fund tra Renzi e Conte, il dibattito verteva sull’utilizzo del Mes. A creare problemi nell’esecutivo era stato il Movimento 5 stelle, che inizialmente sembrava non voler votare una risoluzione di maggioranza sulla riforma del Fondo Salva Stati europeo. Ma se è vero che i pentastellati avevano cominciato la discussione, i renziani l’hanno portata avanti. Fino a ora.
“Non prendere il Mes è irresponsabile”
Anche durante la conferenza stampa, Renzi è tornato sul tema del Meccanismo europeo di stabilità. “Solo l’emergenza non può tenere in vita il governo. Non prendere il Mes è irresponsabile. Irresponsabile è chi porta le proprie ideologie nella realtà”, ha detto l’ex sindaco di Firenze. E poi ha aggiunto, come a mantenere un legame seppur minimo con la maggioranza: “Noi voteremo lo scostamento di bilancio, saremo al fianco del governo sul decreto ristori, ma non siamo pronti a essere come gli altri e fingere che va tutto bene. Se c’è una crisi politica la si affronta nelle sedi istituzionali e non negli show in piazza”. Eppure proprio martedì sera, 12 gennaio, mentre si svolgeva il fondamentale Consiglio dei ministri sul Recovery Fund, Renzi era in televisione su Rai 3 a mandare frecciate al premier.
“Mai al governo con le forze della destra sovranista”
Prima ancora di terminare la conferenza stampa in cui apriva la crisi di governo, Renzi sembra già imporre le sue condizioni. “Non abbiamo nessuna pregiudiziale, né sui nomi né sulle formule”, senonché “non daremo mai vita a un governo con le forze della destra sovranista che abbiamo combattuto”, ha detto Renzi rispondendo alle domande dei giornalisti. E ha aggiunto ancora: “Non c’è alcuna ipotesi di ribaltone”. Per quanto riguarda l’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad essere costruttori, il senatore ha risposto: “Se è chiaro dove si vuole arrivare, si costruisce. Se non è chiaro, non c’è nessuna costruzione. Se non c’è progetto non si costruisce. Noi siamo orgogliosamente costruttori“.
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“Possiamo stare in maggioranza”
Alla fine di un discorso confuso come la crisi che ha innescato, Renzi ha detto parole che non faranno altro che confondere ancora di più i cittadini. Ha annunciato che potrebbe rimanere nella maggioranza giallorossa, se Partito democratico e Movimento 5 stelle glielo concedessero. “Siamo liberi, possiamo stare in maggioranza se ci vogliono o all’opposizione se non ci vogliono. Ma non ci stiamo a fare i segnaposto”, ha detto Renzi.
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E ha aggiunto: “Finché facciamo politica non smetteremo di portare le nostre idee e i nostri contenuti. Non credo al voto, ci sono le condizioni in parlamento per non andare al voto“. Infine ha concluso il leader di Iv: “Se il presidente del Consiglio crede di sfidarci in parlamento prendendo qualcuno dei nostri, faccia pure, non mi scandalizzo. Noi siamo pronti” a ogni scenario, “non ci interessa il nostro destino politico, interessa il Paese”, ha detto Renzi in risposta alle domande dei giornalisti sui possibili sbocchi alla crisi.