Lungo dibattito del congresso americano per definire come si concluderà l’amministrazione Trump, Pence si rifiuta di esautorare il presidente uscente
Donald Trump non verrà rimosso dal suo incarico e i suoi poteri di presidente non saranno esautorati cdal vicepresidente Pence. Ma di fatto il congresso americano avvia la procedura di impeachment.
Pence e il no al congresso
Il vicepresidente americano Mike Pence era chiamato a validare la richiesta del congresso americano che a maggioranza, con 223 voti a favore e 205 contrari, aveva chiesto l’attuazione del 25esimo emendamento che di fatto avrebbe dovuto esautorare il presidente uscente dai suoi pieni poteri.
Il lungo dibattito in aula ha visto il Congresso esprimersi con una maggioranza minima a sfavore di Trump. Ma il vicepresidente Pence ha rigettato l’ipotesi “perché non in linea con quelli che sono gli interessi del paese e la base della costituzione”.
L’intervento di Pence subito dopo la votazione è l’ultimo colpo di coda dell’amministrazione Trump. Il ‘no’ del vicepresidente alla richiesta del congresso è stato accompagnato anche da un appello di Pence nei confronti della componente democratica del congresso, rivolto soprattutto alla speaker Nancy Pelosi. Pence ha esortato il Congresso a “evitare azioni
che dividerebbero e infiammerebbero ulteriormente la passione del momento”.
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Verso l’impeachment
Il no di Pence al 25esimo emendamento apre il dibattito a una nuova fase. I democratici procederanno infatti con la richiesta di impeachment, il secondo per Donald Trump. Nulla di nuovo rispetto a quanto Nancy Pelosi e i portavoce democratici avevano già definito fin dalla settimana scorsa. L’impeachment servirà fondamentalmente a delegittimare definitivamente Trump impedendogli una ulteriore candidatura alla Casa Bianca.
La posizione del presidente uscente si è fatta molto complicata. Trump è stato scaricato da molti della sua amministrazione e persino da alcuni fedelissimi. Diversi deputati e senatori repubblicani sarebbero pronti a firmare l’impeachment.
Mitch McConnell, leader dei repubblicani in Senato e per diversi anni alleato del presidente, sarebbe favorevole all’impeachment per liberare il partito repubblicano dalla presenza ingombrante di Trump e consentirgli un rinnovamento.