La crisi di governo è ormai ufficiale. Il leader di Italia viva Matteo Renzi ha annunciato in conferenza stampa il ritiro delle due ministre e del suo sottosegretario. Si aprono ora molteplici domande sul futuro dell’esecutivo: da un lato gli esponenti di maggioranza che ribadiscono “si va avanti con Conte“, dall’altro Matteo Renzi che in conferenza stampa apre a ogni ipotesi, tranne un’alleanza con i populisti di destra. Tra le dichiarazioni, emergono anche le prime parole dell’attuale premier.
La crisi è ormai ufficialmente aperta: il leader di Italia viva Matteo Renzi – dopo settimane di tensioni e di minacce – durante la conferenza stampa strappa il cerotto annunciando il ritiro delle ministre e del sottosegretario dal governo. Ma non lo strappa definitivamente. Resta aperta la disponibilità del partito a votare i provvedimenti di immediato interesse (come Recovery e scostamento di bilancio per il decreto Ristori), e resta la disponibilità di Italia viva a partecipare alla creazione di una nuova maggioranza per un nuovo governo, a patto che non includa i populisti di destra. Più precisamente Matteo Renzi avrebbe affermato: il suo partito “è pronto anche alla stessa maggioranza. Se c’è un progetto per un programma di fine legislatura, noi ci siamo. Non credo al voto, ci sono le condizioni per andare avanti“. Poi ancora: “Ho messo un solo paletto: no ribaltoni e no alla destra sovranista e antieuropeista. Poi si pronti a discutere di tutto: un governo con la stessa maggioranza, un governo tecnico oppure andare all’opposizione. Non ci interessa il nostro destino ma quello del Paese“. Infine: “Non abbiamo veti su nessuno, né pregiudizi su alcuno. Ma come non c’è alcun veto o pregiudizio da parte nostra, sia chiaro che sia per questa maggioranza che per una eventuale forma diversa non c’è un solo nome per palazzo Chigi. Chi dice o tizio o voto è irresponsabile“.
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Le dichiarazioni di Conte
Ecco, proprio a proposito di “tizio”, emergono anche le prime dichiarazioni dell’attuale presidente del Consiglio, protagonista di uno scontro fatto di colpi e contraccolpi lungo settimane contro l’attuale leader di Italia viva. Un premier attorno al quale ora la maggioranza fa quadrato, per blindare il suo nome in previsione degli scenari futuri: Conte è imprescindibile, sembrano ripetere. Anche perché uno sgretolamento della figura di Conte comporterebbe – di default – uno sgretolamento del Movimento tutto, e in quel caso una crisi realmente irrecuperabile. Ora Conte commenta: “Purtroppo questa sera IV si è assunta la grave responsabilità di aprire una crisi di governo. Sono sinceramente rammaricato, e credo di potere interpretare anche i vostri pensieri, per il notevole danno che si sta producendo per il nostro Paese per una crisi di governo nel pieno di una pandemia e di una prova durissima che il Paese sta attraversando“. Un rammarico che però poteva esser evitato.
Il braccio di ferro tra i due è andato avanti a lungo, e se è vero che la colpa dell’estremizzazione della crisi di governo ricade su Renzi, dall’altro lato non si può non notare come i tempi e i modi per evitare la crisi ci siano stati, anche da parte di Conte. Non pesano solamente gli evidenti errori di questo governo, ma anche la scarsa disponibilità a lavorare immediatamente su alcune istanze (anche legittime) presentate da Italia viva. Conte, ad esempio, avrebbe potuto cedere immediatamente la delega ai servizi segreti, tanto più che era una richiesta condivisa anche dal Pd. Così come erano condivise le richieste sul Recovery plan. Fatto sta che mentre il Pd ha posto istanze interne alla maggioranza, Italia viva le ha poste con il proposito e con il piglio di chi era già fuori. Insomma, se su Italia viva pesa la responsabilità di aver voluto la crisi fino in fondo, su Conte pesa la responsabilità di aver atteso che i toni si alzassero irrimediabilmente.
Finché non si è giunti all’atto finale: le dimissioni delle ministre di Iv “mi sono state comunicate attraverso una comunicazione via mail e che accetto. Naturalmente questa sera ho informato della situazione il Presidente Mattarella“, avrebbe affermato Conte durante il Cdm. Poi ancora: “Ho provato fino all’ultimo minuto utile a evitare questo scenario, e voi siete testimoni degli sforzi fatti in ogni sede, ad ogni livello di confronto. Ancora due giorni fa e oggi ho ribadito che avevo preparato un lista di priorità per un confronto da fare non appena approvato il Recovery, stasera le misure anticovid, la proroga dello stato di emergenza, domani lo scostamento di bilancio“. Insomma, Conte ribadisce come non si sia mai sottratto “a un tavolo di confronto anche se oggettivamente diventa complicato un confronto quando il terreno è disseminato continuamente di mine difficilmente superabili“.
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Il Pd blinda Conte
Intanto le forze di maggioranza si affrettano a blindare Conte. Tra tweet che ribadiscono “si va avanti con Conte“, tra prime esternazioni dei partiti di governo, emergono anche i giudizi netti e molto duri degli esponenti Pd. “Un grave errore fatto da pochi che pagheremo tutti”, afferma il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. Nicola Zingaretti invece commenta: “Quello di Italia Viva è un errore gravissimo contro l’Italia“. Infine Vito Crimi, che afferma: “Mentre il Paese affronta con fatica, impegno e sacrificio la più grave crisi sanitaria, sociale ed economica della storia recente, Renzi sceglie di ritirare la propria delegazione di ministri. Credo che nessuno abbia compreso le ragioni di questa scelta. Ma ora è il momento della responsabilità, non dei personalismi”.