Il papà del piccolo Tommaso Tiveron: “Un bullone in più avrebbe salvato il mio Tommy”. Indagati i due fabbri intervenuti sul cancello automatico, per la procura si tratta di omicidio colposo.
Sono indagati i due fabbri intervenuti sul cancello di una abitazione a Dosson di Casier. Le autorità stanno infatti cercando di fare chiarezza circa la morte di Tommaso Tiveron, il bimbo di 4 anni rimasto fatalmente schiacciato, l’estate scorsa, da un’anta del cancello che doveva essere automatizzato. Il pubblico ministero, Davide Romanelli, ha chiuso il fascicolo di indagine, tanto che ora i due professionisti – titolari di una azienda familiare – dovranno presentare la loro difesa all’accusa mossa dalla procura, che parla di omicidio colposo.
Per il padre del piccolo Tommaso Tiveron si è trattato di un drammatico incidente provocato dalla mancata installazione di un bullone di sicurezza: “Si sapeva che la responsabilità era di chi avrebbe dovuto mettere quel bullone, perché mancava completamente“.
Gianni Tiveron non potrà mai dimenticare il giorno in cui è morto suo figlio Tommaso, bimbo di soli 4 anni rimasto schiacciato dal cancello di casa, il 29 luglio scorso. Per il pm si tratta di un caso di omicidio colposo, reato che a portarsi sulle spalle sono i due titolari di una azienda familiare. Due fabbri, intervenuti per effettuare dei lavori su quel cancello ma che si sarebbero resi responsabili dell’incidente che ha stroncato il piccolo.
Secondo quanto viene ricostruito, infatti, il cancello stava subendo dei lavori di manutenzione per permetterne l’automatizzazione. Era stato posizionato ed era già pronto per essere collegato al sistema elettrico, se non fosse che avrebbero dovuto sistemare alcune ultime cose. “Cosa dovessero fare non lo so, nei giorni precedenti l’incidente ero stato a visitare il cantiere ma non mi sono accorto di eventuali malfunzionamenti”, ha spiegato Gianni Tiveron ai giornalisti de Il Gazzettino.
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“Tommaso – prosegue il padre – quella maledetta sera lo ha chiuso completamente. Ma senza quel bullone una parte dell’anta gli è franata addosso. È difficile rivivere quegli istanti, come lo è ammettere che persone dotate di notevole esperienza possano aver commesso un’errore tanto grave quanto imperdonabile”. È bastato un attimo che il bambino rimanesse rovinosamente schiacciato dal cancello, procurandosi gravissime lesioni alla testa. Immediati i soccorsi, con i medici che hanno tentato di tutto, pur di salvarlo. Dopo due giorni di sofferenza, però, il piccolo non ce l’ha fatta.
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Al centro delle indagini il video dell’incidente, ripreso da una telecamera di sicurezza installata esternamente all’abitazione. Per il pm, in quei fotogrammi c’è tutto ciò che serve per spostare le indagini sui due fabbri, accusati al momento di omicidio colposo.
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