Francesco Zambon, ricercatore dell’Oms, fa chiarezza sull’email ricevuta da Ranieri Guerra per falsificare le date del piano pandemico.
La buonafede di Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’OMS, è stata smentita da uno dei funzionari dell’Organizzazione, Francesco Zambon intervenuto da Massimo Giletti, su La7, per fare chiarezza sulla tanto chiacchierata email ricevuta dal primo. Facciamo un passo indietro. Era stato un servizio di Report a fare luca su un’email inviata proprio da Ranieri Guerra a Zambon. Un’email in cui, in sostanza, veniva chiesto di falsificare le date del piano pandemico. Si chiedeva, in sostanza, di postdatare il piano per cercare di far sembrare il documento aggiornato. Aggiornamento che, però, non c’era stato.
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“All’inizio pensavo fosse in buona fede, feci i controlli e capì che in realtà era così. Il tono e la telefonata servivano per farmi falsificare qualcosa in un periodo in cui era stato direttore per la prevenzione e io ci ho ravvisato un grande conflitto di interessi. E in genere non è così frequente che l’Organizzazione nomini un direttore aggiunto nella nazione di cui è originario e in cui ha già ricoperto un ruolo”, sostiene il ricercatore. Zambon ha poi smentito l’ipotesi che l’OMS non avesse dato nuove linee guida per gli aggiornamenti. “Basta consultare il sito: ci sono stati nel 2009, nel 2013 e nel 2017 e nel 2018 c’è anche una check list”, prosegue.
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In parole povere, Zambon avrebbe ricevuto più di una pressione e la faccenda sembra aver coinvolto anche Roberto Speranza: “Sì, c’è stata qualche telefonata da parte di qualcuno del Ministero alla Salute infastidito per il dossier. So per certo che Brusaferro e Speranza erano infastiditi. Era un problema diplomatico non tanto per il rapporto, quanto perché non erano stati informati”, spiega Zambon. Successivamente, Ranieri Guerra avrebbe chiesto la rimozione del dossier dal sito dell’Oms e da altri siti. E infatti, del dossier non c’è più traccia. Ranieri Guerra avrebbe quindi riferito di un malcontento per la sua decisione di pubblicare il rapporto. Silvio Brusaferro, invece, avrebbe commentato solo sul fatto che non ne era stato informato. “Io non voglio andare contro l’OMS anche se l’OMS è venuta contro di me, voglio eliminare i conflitti di interesse nello staff”, insiste il ricercatore che dichiara di aver agito in nome dell’onestà.
Infine, il funzionario fa luce anche sulle email al capo dell’OMS, Tedros: “E’ stata una email dolorosa, non solo perché riferisco le minacce di Ranieri Guerra, ma anche per il potenziale conflitto di interessi e per l’importanza della pubblicazione che se fosse stata ritirata avrebbe causato un rischio catastrofico reputazionale all’OMS”. Zambon ha poi attivato la procedura interna di controllo, già a maggio, quando già si ipotizzava qualche contraddizione interna all’Organizzazione della gestione della pandemia.
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