Covid, proroga dello stato d’emergenza fino ad aprile e stretta anti-movida. Le ipotesi per il nuovo Dpcm al centro della discussione tra governo e regioni
Stop ad assembramenti fuori dai locali e feste illegali in strade e piazze. Il governo, secondo indiscrezioni, sarebbe deciso a dare un taglio netto alla movida col nuovo Dpcm: l’esecutivo sta infatti pensando di impedire ovunque la vendita d’asporto dopo le 18.
Questa è una delle ipotesi di lavoro che sarà al centro della discussione di questa mattina tra i ministri Boccia e Speranza e i presidenti delle Regioni in vista del Dpcm che entrerà in vigore da venerdì 16 gennaio. L’altra novità contenuta nel decreto sarà la proroga del divieto di spostamento fra regioni, anche se in zona gialla. Dovrebbe slittare anche l’apertura degli impianti sciistici e lo stato d’emergenza dovrebbe essere prorogato di altri tre mesi, fino ad aprile.
Le altre ipotesi del nuovo Dpcm
Ma sul tavolo ci sono anche alcune notizie positive, seppur con limitazioni. Si valuta ad esempio la possibilità di aprire i musei nelle regioni gialle e quella di istituire una zona bianca, qualora si raggiungesse un Rt inferiore a 0.5, in cui poter riaprire tutto senza limitazioni. Si ipotizza infine che i prossimi fine settimana non saranno arancioni per tutte le regioni.
Da oggi tutte le regioni sono in fascia gialla, tranne Lombardia, Veneto, Emilia, Calabria e Sicilia in zona arancione. Ma le scuole superiori riaprirono solo in Valle d’Aosta, Toscana e Abruzzo.
Il braccio di ferro governo-regioni
Sono queste le ipotesi trapelate al termine della riunione del premier Giuseppe Conte con i capidelegazione dei partiti di maggioranza e che saranno presentate oggi alle Regioni. Un incontro nel quale i governatori hanno già annunciato che si opporranno alla possibilità di far scattare in automatico la zona rossa nel caso in cui si superassero i 250 contagiati ogni 100mila abitanti, come indicato da Iss e Cts.
«Quel limite non l’ha chiesto nessuna Regione – ha dichiarato ieri Stefano Bonaccini, governatore emiliano e presidente della Conferenza delle Regioni -. E, se volete la mia impressione, non entrerà fra quelli utilizzati per decidere la colorazione o lo spostamento delle Regioni». Con questo criterio il Veneto si collocherebbe in zona rossa (con una media di 453,31 casi) e l’Emilia-Romagna di poco fuori (242,44 casi).
Le Regioni sono indispettite dal fatto che l’uso di questo indice sarebbe una sorta di premio a quelle che cercano meno il virus. Come quelle che pospongono i dati o non contano i casi di positività emersi dai tamponi privati. Non a caso l’8 gennaio il ministero della Salute ha fissato nuove regole per i conteggi dei tamponi, inserendo tra i positivi anche i casi emersi dai test antigenici o rapidi di ultima generazione.
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Covid, 18mila nuovi casi
Il governo oggi cercherà di trovare un’intesa, ma appare chiara la volontà di stringere le maglie. «Purtroppo dobbiamo fronteggiare dati poco positivi», ha detto ieri in un’intervista alla Rai il ministro della Salute Roberto Speranza. Si teme infatti il rischio di una terza ondata. Ieri sono stati registrati oltre 18mila nuovi positivi (in pole la Lombardia con 3.200 contagi) e 361 vittime, con un tasso di positività salito al 13,3%.
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Per questo nel nuovo Dpcm non dovrebbe cambiare la norma che limita a una sola volta al giorno e per un massimo di due persone (esclusi i minori di 14 anni) di andare le visite ad amici e parenti. L’unica certezza è che il nuovo provvedimento – al quale sarà affiancato un decreto legge per estendere il divieto di spostamento tra Regioni – continuerà a prevedere le zone colorate e il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino.