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Cronaca

Coronavirus, più vaccini alle regioni “virtuose”. Ma è il metodo giusto?

Le vaccinazioni contro il Coronavirus hanno preso piede anche in Italia, tanto che il nostro Paese è il primo in Europa per numero di persone vaccinate. Tuttavia, rimane il problema di una distribuzione non equa delle dosi, con Regioni che superano le altre per numero.

Quando parliamo di “regioni virtuose” parliamo di quelle regioni che hanno effettuato più vaccini. Quelle regioni in cui la campagna di vaccinazione corre e accelera, mentre altre restano indietro. Al momento, la classifica vede in testa l’Umbria, seguita dalla Campania e dal Veneto. Il grafico, con tanto di stupore, è stato illustrato a “Non è l’Arena” da Massimo Giletti, da sempre in rapporto dialettico più che pacifico con il Presidente Vincenzo De Luca. Sono queste le regioni che, dalla prossima distribuzione, potrebbero avere più dosi proprio perché virtuose. Ma è giusto?

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Infatti, anche se sono più di 640mila le dosi già somministrate – numero che porta l’Italia ad avere il primato in Europa per numero di vaccini ricevuti – rimane ancora una grande differenza fra le regioni. C’è chi, ad esempio, ha esaurito le dosi a disposizione e chi invece si lamenta per averne avute meno di altri, che sono invece in ritardo. Prendiamo, ad esempio, la Campania. “La nostra regione ha raggiunto la percentuale più alta d’Italia nella somministrazione dei vaccini…Le aziende si fermano per mancanza di vaccini”, ha detto il Presidente della Campania Vincenzo De Luca lamentando successivamente una “distribuzione fatta in modo sperequato nei giorni scorsi”.

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Come funziona, quindi, la distribuzione? Le dosi in arrivo andranno prima alle regioni che hanno già esaurito le scorte: quelle, appunto, più virtuose.  Nello specifico, il vaccino Moderna – che non arriverà direttamente ai centri di somministrazione, ma verrà stoccato nel deposito centrale all’aeroporto militare di Pratica di Mare e poi inviato alle regioni – potrà essere utilizzato, su libera scelta, per vaccinare o i medici e gli infermieri oppure, in seconda fase, gli anziani nelle Rsa. Si attende inoltre via libera dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson per poter coprire la maggior parte della popolazione italiana. Forse, però, si sarebbe preferita una distribuzione più omogenea e più equa, che non alimentasse differenze tra le Regioni. Chi arriva prima, insomma, resta comunque a secco. E chi non arriva, resta indietro.

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