La riunione tenutasi ieri tra Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza non sembra aver messo pace tra le parti. Ad esprimere il suo malcontento nei confronti dell’atteggiamento di Italia Viva è stato anche il PD.
Sono emerse tutte le contraddizioni e le divergenze, una ad una, nella riunione tenutasi ieri tra Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza, alla presenza tra gli altri di Roberto Gualtieri e Vincenzo Amendola. La bozza del Recovery plan corretta dal Presidente del Consiglio non ha messo pace, anzi. E a farlo notare è stato il Ministro renziano Teresa Bellanova , che ha rimarcato di non aver ricevuto il testo completo del Recovery Plan. La palla è quindi passata nuovamente in mano ai renziani, che hanno richiesto il testo completo per poter verificare punto per punto tutte le misure contenute.
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Davide Faraone, il capogruppo di Iv al Senato, ha inoltre rilanciato la richiesta del Mes e del Ponte sullo Stretto subendo la replica secca di Roberto Gualtieri che ha invece criticato il Piano presentato. Un piano di 130 pagine scritto senza prima aver concordato con i partiti le linee strategiche. Ma a non aver digerito le critiche di Italia Viva è stato anche il Pd che ha accusato il partito di Matteo Renzi di “mettere paletti su tutti gli aspetti del Recovery plan”. Invece, i partiti non possono commissariare il Consiglio dei ministri. Per i democratici, così come per Liberi e uguali e i pentastellati, si registrano invece ottimi risultati. E, in tutto questo, si inserisce Giuseppe Conte che accelera sul Recovery, perché un ritardo comprometterebbe la ripresa del Paese.
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Intanto, dal PD Nicola Zingaretti ha ribadito massima lealtà a Giuseppe Conte, dicendo di no a governi tecnici o aperture a destra e cercando di mettere a tacere la “rabbia sociale che si può scatenare a causa dei giochi di palazzo”. Per Nicola Zingaretti non esistono alternative all’attuale esecutivo e, se le cose dovessero precipitare, i dem chiederanno il ritorno al voto. “Non sottovalutiamo la disperazione e la rabbia delle persone se a fronte di paure e incertezze la politica assumesse il volto dei giochi di palazzo. C’è un humus sociale ad alta infiammabilità, ci sono pensieri incendiari pronti a scatenarsi”, sono le parole usate dal segretario dem che hanno escluso, così, la nascita di governi di accordo. In ogni caso, vista l’attuale situazione pandemica, portare alle elezioni sarebbe un errore fortissimo.
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