Si sposta sui social il confronto tra il presidente americano uscente e l’opinione pubblica con Twitter che decide di chiudere l’account di Trump
Dopo le tensioni dovute all’assalto dei fan di Trump a Capitol Hill che hanno avuto un enorme clamore in tutto il mondo, è Twitter a prendere una posizione molto netta nei confronti di Trump e dei suoi sostenitori.
Twitter infatti ha sospeso, “a titolo permanente e definitivo” – chiarisce una nota del social network presieduto dal fondatore Jack Dorset – tutti gli account collegati al presidente americano uscente Donald Trump.
“Dopo aver rivisto i recenti tweet da @realDonaldTrump, abbiamo deciso di sospendere permanentemente l’account per il rischio di ulteriore incitamento alla violenza”, si legge nel breve comunicato diffuso alla stampa dalla compagnia dei cinguettii social.
Trump ha sempre avuto un rapporto molto attivo con i social. Non solo Twitter ma anche Instagram, Facebook e nei tempi più recenti anche Tik Tok. Ma è sicuramente proprio con i tweet che Trump ha fatto pervenire la maggior parte dei suoi pensieri all’opinione pubblica. Dieci, quindici, anche venti tweet al giorno.
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Secondo gli ultimi dati Trump, in qualità di Presidente della repubblica federale statunitense, avrebbe pubblicato oltre 26mila tweet, una media di diciotto al giorno non lesinando attacchi personali a rivali politici o aziende che non interpretavano la sua idea.
Subito dopo l’ufficializzazione della decisione da parte del management di Twitter, Trump ha affidato il suo pensiero a un suo fedelissimo, Jason Miller che – ovviamente – ha twittato il proprio pensiero: “Disgustoso. Big Tech vuole cancellare tutti i 75 milioni di sostenitori di Donald Trump. Vi sbagliate se pensate che dopo non prenderanno di mira ognuno di voi”.
Anche il figlio di Trump, Donald Junior, ha reagito molto duramente alla decisione: “Gli Stati Uniti stanno vivendo ‘1984’ di Orwell. La libertà di parola non esiste più in America. É morta con big tech e quello che ne è rimasto è solo per pochi prescelti. Un’assoluta pazzia”.
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Trump si fatto sentire quattro ore più tardi da un altro account ufficiale, quello di Potus, President of the United States: “Siamo in trattative con altri siti. Stiamo valutando la possibilità di costruire una nostra piattaforma” ha dichiarato il presidente americano uscente che poco prima in una nota ufficiale aveva dichiarato che “Twitter non è libertà di parola, è per promuovere la piattaforma della sinistra radicale”.
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