Roma, è finito in manette un latitante romeno di 38 anni: da 10 anni viveva nel lusso in una villetta di periferia, in zona Fontana Candida. Dopo una lunga indagine e infiniti appostamenti, ora è stato trasferito in carcere.
Finito in manette, un ricercato latitante da dieci anni ritrovato nelle scorse ore, alle porte di Roma. Secondo quanto viene riportato dalle penne del Messaggero, si tratta di un uomo di cittadinanza romena di 38 anni. Negli ultimi anni, in cui è riuscito ad occultarsi alla giustizia, si era trasferito in una ricca villa con giardino, e viveva nel lusso (tra abiti griffati e automobili costosissime), insieme alla moglie e ai suoi i figli. Una persona insospettabile, a detta dei vicini.
Il ricercato di 38 anni, di origine romena, viveva in una villa ricompresa all’interno di un signorile comprensorio in zona Fontana Candida, alle porte di Roma. Una vita apparentemente normale e insospettabile, a detta sei suoi vicini, ma che era in realtà trascorsa nel lusso. Sull’uomo, del resto, pendeva un mandato di cattura, con condanna a 4 anni di reclusione, per reati contro il patrimonio e contro la persona.
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La sua latitanza è però finita, con dagli agenti della polizia di Stato del commissariato Esquilino che sono infine riusciti a rintracciarlo e ad arrestarlo. Gli agenti avrebbero condotto una “indagine in vecchio stile”, fatta di giorni di appostamenti, sessioni di pedinamento (nei confronti anche di persone a lui vicine), fino al fatidico giorno. Ieri mattina, il 38enne romeno è stato visto uscire dalla sua villetta in zona Fontana Candida, con la sua costosa Bmw X6 nera.
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I poliziotti, che erano appostati davanti casa sua già dalle ore della notte, l’hanno dunque fermato: non si sono lasciati ingannare da quei documenti falsi (“contraffatti in maniera impeccabile”) e dalle generalità inventate esibite dal ricercato. Gli agenti conoscevano bene la sua identità, e dopo una serie di pressioni e accertamenti, il 38enne avrebbe infine ceduto e confessato. “Me lo aspettavo bravi mi avete trovato”, avrebbe detto rivolgendosi alle forze dell’ordine, consapevole ormai di doversi trasferire in carcere.
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