La bozza del Recovery non convince e il Consiglio dei Ministri slitta a metà settimana. Il punto della situazione sulla crisi di governo.
A che punto siamo con la crisi di governo? Al punto che, se non possiamo parlare di rottura, possiamo certamente parlare di uno strappo certo. Il Governo tiene, ma chissà per quanto. Italia Viva non cede ed anzi rincara la dose, con Teresa Bellanova che, via social, attraverso post, continua con le critiche serrate diretta a Palazzo Chigi. La rottura non c’è ancora, ma rimane l’incertezza sull’epilogo della crisi di governo. D’altra parte, anche il PD ha preso posizione netta contro Italia Viva, accusando il partito di Matteo Renzi di mettere “paletti su ogni cosa“. E infatti, il vertice di maggioranza tenutosi ieri tra Conte e i capidelegazione non ha dato gli esiti sperati. La bozza rivista del Recovery non ha convinto Iv e la bozza non è stata approvata.
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Cosa accadrà? Attualmente, un “Conte ter” sembra l’ipotesi più probabile. Intanto, la bozza dovrebbe essere approvata in un Consiglio dei Ministri da convocare martedì o mercoledì al massimo. Questo, infatti, l’esito della riunione dopo che quasi tutti i partiti hanno concordato sulla necessità di prendere posizione. E anche Giuseppe Conte ha chiosato: “L’unica cosa certa è che non c’è tempo da perdere”. Il governo rimane comunque diviso: da una parte Partito democratico, Movimento 5 stelle, Liberi e uguali dalla parte di Giuseppe Conte. Dall’altra, c’è Italia Viva.
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Cosa accadrà?
Se si aprisse la crisi – quindi, se i parlamentari di Iv si dimettessero togliendo la fiducia a Giuseppe Conte – l’attuale esecutivo non avrebbe più i numeri. L’ipotesi è quella di un accordo politico che porterebbe ad un “Conte ter”. Ma il senatore dem, Andrea Marcucci, a Rainews24, chiarisce che ormai questa crisi non si può tirare per le lunghe. Secondo il M5S, invece, sarebbero stati fatti passi avanti sulle modifiche al Recovery plan. Per +Europa, invece il governo Conte è un’esperienza già finita. Roberto Speranza ha invece commentato positivamente l’aumento delle risorse per la Sanità. Mentre i renziani, convinti, contestano di non aver visionato il testo completo, ma solo 13 pagine, ritirando fuori il progetto del Ponte sullo Stretto. Così, i renziani hanno chiesto di avere il testo e poi 24 ore per giudicarlo prima di andare in Cdm. Forse un modo per prendere ancora tempo?